C’era una volta una un bel podere, con i buoi che tiravano il carro, rastrello e il coltro e tutto quel che c’era da tirare; c’erano anche dei bei campi, tutti a terrazze, i ciglioni con gli alberi e le prode d’uva, c’era la mezzadria e i padroni.
Ma non poteva durare per sempre, arrivarono trattori, industrie dove si poteva guadagnare e così un bel giorno il coltro rimasto dov’era, sul suo ultimo campo, arrivarono i rovi, le rose e le ginestre e presto queste terrazze erano un bel macchione. Passaro gli anni, il macchione quasi quasi voleva indirizzarsi a bosco, ma ecco una ruspa che per tre giorni faceva una piaggia unica, ovviamente con molta pendenza. L’acqua faceva la sua parte e il macchione si trasformo presto in ginestraia con paleo dove pascolavano le pecore del contadino. Arrivarono pure degli asini e pian piano il pascolo migliorò.
Un bel giorni d’inverno il contadino si decise si tagliare il bosco sul ciglione in fondo, quello dove la ruspa trent’anni fa ha accumulato tutta la terra e il primo macchione – ci viene la legna che basta per due anni. E cosa vedeva?
(ci sarebbe una seconda versione, nella quale l’ultimo contadino inizio anni sessanta lo butto lì sotto nella disperazione)
E ci sarebbe anche da tirarlo via da lì, non sta bene.