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Categoria: mondo spirituale

il contadino e il CO2 o Enemy Number One

Forse qualcuno se ne accorto, non è più un virus ma il CO² e il metodo è lo stesso: guerra totale senza badare alle perdite. Invece di strappare petrolio e gas dalle viscere della terra adesso tocca alle terre rare e il litio per fare delle batterie.

L’approccio di ridurre problemi complessi come il nostro rapporto con natura e il pianeta intero a una cosa sola calcolabile (una volta era il valore rt) – ignorando completamente gli effetti collaterali delle misure prese e pure anche sovrastimando l’efficacia di queste misure per raggiungere lo scopo (la salute o frenare la crescita del riscaldamento globale) è sbagliato e sono 50 anni che si potrebbe sapere questo. Ma niente, anche nella politica si tende a ridurre i problemi a una causa sola (gli immigrati vanno sempre).

Inizio anni novanta ol contadino ha seguito una conferenze, e c’era quel biologo, geologo o quell che era che ha detto:

La natura ci ha messo 200 milioni di anni per togliere dall’aria e mettere sotto terra carbone e petrolio e noi abbiamo tirato fuori e bruciato 1600 miliardi di tonnellate nel giro di 60 anni forse. I cambiamenti che questo ha innescato sono partiti e non possono essere fermati anche smettendo subito usare l’energia fossile.

Sono passati 30 anni e il contadino è sempre impressionato quando vede gente che crede di poter influenzare adesso il cambiamento climatico, magari tirando fuori dal cilindro pure l’energia anti-vitale per definizione, ovvero il nucleare.

Quel che occorre è tutto un altro approccio, con i boschi, con gli animali (che mangiamo), con i campi e con l’acqua e la terra e anche con noi stessi.

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Questione di mentalità solo

A volte il contadino si ricorda di avere un blog e gli viene pure in mente di informare il mondo del suo ultimo pensiero ma poi lascia perdere di solito. Invece questo pensiero qui sono settimane che li rode dentro, quindi eccolo.

C’è un tale Sultano al Jaber che dice

Presidente Cop28: il mondo ha bisogno di una mentalità imprenditoriale per affrontare la crisi climatica

(The Guardian, 7 aprile 2023) Sultan Al Jaber intende utilizzare i colloqui delle Nazioni Unite per stabilire come il settore privato può limitare le emissioni di gas serra.

Il mondo ha bisogno di una “mentalità imprenditoriale” per affrontare la crisi climatica, ha affermato il presidente del prossimo vertice Onu sul clima.

Al contadino invece sembra che la mentalità imprenditoriale è una delle cause principali della situazione attuale non solo climatica e sostiene che invece solo una mentalità religiosa o spirituale sarebbe in grado di rimediare i danni su tutti livelli. Il ritorno del sacro, insomma. Non si possono trattare gli animali negli allevamenti come si fa adesso, passare alle auto elettriche e tutto si risolve, non si possono trattare le terre come si fa adesso e isolare le case e tutto si rimette. E tutt’una cosa (appunto:sacra), la terra, le piante, gli animali e i nostri prossimi.

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“Un uomo da solo si difende male”

Questa frase è stata pronunciatq da un contadino vecchio rimasto vedovo, nell’ottanta aveva ancora le mucche per trainare e si riferiva – ovviamente – alle donne.

(Non vuol dire che l’Italia di difenderà meglio tra un mese, anzi)

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Sviluppo

Negli stessi giorni nei quali il contadino deve imparare a muoversi come un vecchio realizza anche che gran parte delle verità che aveva non sono poi così comprovate.

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Buon natale lo stesso

C’era chi diceva “non è possibile che tutti sbagliano” – e sì rilevato falso pure questo come si vede.
Il metodo scientifico-materialistico ha dimostrato la sua dannosità in questioni di salute generale come ha fallito anche in agricoltura, dai concimi ai pesticidi alle stalle. Non lasciamo perdere però.

Buon natale sereno e tranquillo senza paura.

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Avviso amichevole

Se sei del parere che senza la tua presenza crollerebbe tutto, che sei veramente indispensabile e senza di te si fermerebbe il mondo e che questo sarebbe anche ovvio: il contadino ha una brutta notizia – potresti anche sbagliarti…

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[si tratta forse della sesta o settima versione di The Wall e no, la pietra se n’è andata da sé]

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Le farse

Sul blog di Wu-Ming c’è un articolo che parla delle emergenze che non vanno via mai, ma forse sono solo le reazioni del legislatore che rimangono, mentre le emergenze rientrano, come si dice.

Le cose peggiori vediamo quando si cerca di proteggerci sembra. Qualcuno forse si ricorda i tempi della mucca pazza, era quando la scienza diceva proteine=proteine e si cominciava di governare erbivori – le mucche, appunto – con residui di macellazione e altro. L’effetto era che adesso abbiamo un tracciamento completo dei capi di bestiami, dalla nascità alla morte, se funziona, non si vede una pecora o una mucca senza queste cose di plastica gialla alle orecchie.

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Nota: Prima le cose si sperimentano sempre sugli animali. Le idee per una futura marcatura degli umani non mancano, tipo un tatuaggio invisibile per i bambini vaccinati. Ma dovere avere un foglio che certifica la vaccinazione per accedere a [asilo|scuola|lavoro|aerei] non è poi così diverso in sostanza.

Magari il contadino si scorda di qualcosa, ma poi ci (o era prima?) fu l’undici settembre, che ci ha regalato misure di sorveglianza di massa sempre in atto. Basta ricordarsi il divieto di liquidi nei voli al di sopra di 100ml per miliardi di persone perché c’era una possibilità abbastanza remoto che qualcuno avrebbe fatto una bombetta. Poi invece questi qui hanno noleggiati camion e fatto stragi diverse, mentre i morti per i pazzi di armi e idee negli USA e altrove erano 100 volte di più.

Ma i giornali titolavano sempre “attacco terroristico, moriremo tutti”.

Adesso miliardi portano mascherine, non possono cantare a messa, non possono abbracciarsi ma qui saranno almeno “aiutati” da 60mila protettori sociali o come gli chiameranno perché pocchi potrebbero essere positivi a un virus che come minaccia è più serio di un influenza ma non di molto, forse 5 volte forse poco meno forse poco più e come l’influenza a rischio sono i già deboli. E come a rischio ci sono già da sempre i più deboli adesso i morti di fame nel mondo saranno probabilmente molto di più che quelli morti per il Coronavirus, effetto colletarale un po’ come il milione di morti civile nella guerra all’Iraq, era per il bene di tutti alla fine.

Finito lo sfogo il contadino non sa bene dove vuole arrivare, quale sarebbe la strategia giusta. Le manifestazioni, i scioperi, le proteste… magari sono riusciti a smorzare qualche legge troppo fascista (forse è la parola giusta), ma non ci hanno risparmiati di accettare le telecamere ovunque, il tracciamento geografico dei cellulari per gli ultimi mesi, la scannerizzazione completa del traffico internet, le impronte digitali a tutti a prescindere e tutto il resto. E adesso viene fatto un salto in avanti grandissimo, complice il solito mix di paura e voglia di far il bene e la solita voglia di potere com’era già successo dopo l’undici settembre e le altre “emergenze”.

Forse vuole arrivare a questo: tante delle cose che ci si ritroverà a dover farle sarano teatro, farsa. Importante è mai dimenticare cosa sono nella sostanza: farse. La sicurezza vera è un altra cosa.

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