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Categoria: fotografia

Myxogastria – è così che si chiamano

Myxogastria
Myxogastria

Comunemente note come muffe da fango o macromiceti, sono un gruppo di organismi appartenenti al regno dei Protista. Non sono né funghi né animali, ma occupano una posizione intermedia. Si tratta di microorganismi che si presentano sotto forma di ammassi gelatinosi colorati, noti come sporangiofori, che contengono spore. Le Myxogastria si sviluppano su materia organica in decomposizione, come tronchi caduti e detriti forestali, e svolgono un ruolo importante nell’ecosistema come decompositori.

Buon viaggio nel paese delle meraviglie.

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Adolfo Kaminsky …

… rifiutò sempre di farsi pagare per falsificare documenti e si guadagnò da vivere come fotografo.

Fu soprannominato “il falsario di Parigi” e salvò dalla deportazione migliaia di bambini ebrei.

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Bokeh stellare

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Intanto fa piacere che anche una parola giapponese è diventata di uso mondiale.

Il contadino non ha resistito e ha aggiunto anche un Volna-9 Macro alla sua consistente collezioni di lenti russi, ormai non usa altri obiettivi. Il diaframma a una certa apertura ha la sagoma stellare e ha il solito preset per l’apertura.

Pensandoci c’è anche qualche tipo di “valore aggiunto”: francobolli veri -non codici a strisce:

francobolli russi

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Com’era, non tanto tempo fa (quando i migranti erano italiani)

Letizia Battaglia, Il gioco del killer, vicino alla chiesa di Santa Chiara, Palermo 1982

Tano d'Amico, Rivolta a Rebibbia

Immigrato sardo davanti al grattacielo Pirelli, Milano, 1968
Immigrato sardo davanti al grattacielo Pirelli, Milano, 1968

Dal 13 luglio al 13 ottobre 2019 si terrà alla Torre del Castello dei Vescovi di Luni di Castelnuovo Magra, La Spezia, “La strada, la lotta e l’amore”. In esposizione, per la prima volta insieme, le foto di tre grandi maestri della fotografia italiana: Letizia Battaglia, Tano D’Amico e Uliano Lucas, a cura dell’associazione Archivi della Resistenza di Fosdinovo, Massa.

La mostra, attraverso venti immagini di ciascun fotografo, vuole raccontare una parte importante della storia italiana e non solo: dalla stagione della contestazione studentesca, fino ai nostri giorni, in una sorta di autobiografia della nazione, composta da chi sa guardare alla società italiana con occhi aperti, con curiosità antropologica, senza negare le contraddizioni ma sapendo anche cogliere l’umanità latente.

Battaglia, D’amico e Lucas si sono affermati come tre dei principali fotoreporter italiani, tre “fotografi di strada” che sanno cogliere la società in trasformazione e le infinite possibilità di relazione che la strada ti offre. La strada è luogo vituperato e insieme idolatrato, la strada è vista come opportunità e crescita,ma anche l’ultima spiaggia degli ultimi di ogni epoca e latitudine.

Questi tre fotografi hanno lavorato tenendo sempre come punto di riferimento la fiducia in nuovo umanesimo, che riportasse al centro i valori di convivenza pacifica, di un’armonia da ricercare continuamente e che non può riguardare soltanto le forme dei loro capolavori chiamati “fotografie”. Perché se c’è lotta nell’amore (le contraddizioni del reale, le fratture della storia e i continui cortocircuiti dei significati) è anche vero che l’amore è in tutte le lotte vere, quelle che valga davvero la pena affrontare.

Durante tutto il periodo della mostra si terranno varie iniziative: incontri, film, workshop, un convegno, con la presenza dei tre grandi autori e di alcuni importanti esponenti del mondo della fotografia.

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Irreale …

… è il titolo della foto che ha vinto il concorso annuale del National Geographic.

Migliaia di macchine Volkswagen e Audi ritirate il 2015 (per il dieselgate) parcheggiate nel deserto di Mojave in California chissà per quanto tempo, uno scatto dell’istruttore di volo Jassen Todorov.

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Gli obiettivi dei russi #1

jupiter-9

Non quelli politici, quelli reali per quali il contadino ha preso una cotta da quando anni fa ha acquistato un Helios-44. Sono di ferro e vetro e quindi pesano, l’astuccio è un contenitore di plastica indistruttibile a vite o baionetta, hanno tutti un sistema di preset del diaframma e un secondo anello per chiuderlo senza tacche, la messo al fuoco più vicino al corpo (quindi invertiti rispetto a quelli giapponesi e altri) e da infinito fino vicino c’è sempre un giro quasi intero. E molti sono basati su disegni tedeschi di Zeiss che hanno ottenuti (o si son presi – secondo le fonti) come risarcimento di guerra.

L’ultimo arrivato è il Jupiter-9 58/2, ma su questa pagina non c’è il modello esatto che ha trovato, ha il logo del LZCOS ed è in condizioni buone nonostante i suoi 42 anni. Non è il massimo di nitidezza che è limitata a una zona profonda di circa 2mm sembra, ma non è per questo va usato ma per ritratti e/o quel sfondo sfocato (bokeh) particolare che riesce a generare a modo di pittori impressionisti.

Il bello è che la fotografia torna un po’ alle sue origine (tipo slow-food) e messa a fuoco e scelta del diagramma sono più semplici sulla Pentax con questi obiettivi a vite M42 rispetto ai vecchi obiettivi Pentax M. Le ultime pagine del fotoblog sono quasi esclusivamente fatte con loro.

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Alla faccia tua

facce

Lo studente d’arte russo Egor Tsvetkov fotografò un centinaia di persone per il suo progetto “Your face is big data”.

Usando l’app FindFace era facilissimo di trovare nomi, storie e altri dettagli su VK (il facebook russo) per 60-70% dei giovani tra 18 e 35. Fare lo stalker-web non era una mica sensazione molto bella, diceva.

[Da notare che puoi tranquillamente fotografare tutti che sono immerso nel telefonino]
[da qui]

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