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Categoria: agricoltura

Ancora la stessa storia

Dal Post:

Sostiene che «il 98,5 per cento degli animali uccisi non fosse malato», perché le analisi batteriologiche su campioni di organi, sangue e tessuti fatte dopo la macellazione «non hanno trovato i batteri della brucella [il nome con cui sono vengono genericamente indicati i batteri che causano la malattia, ndr]». Gli allevatori del comitato «Salviamo le bufale», di cui fa parte, contestano i test sierologici fatti dai veterinari delle ASL.

«Da quando la Regione ha dichiarato guerra alla brucellosi sono state abbattute 145mila bufale, sono fallite trecento aziende, abbiamo perso cinquemila posti di lavoro e il 15 per cento delle stalle è vuoto perché gli allevatori stanno ancora aspettando i risarcimenti statali per le bestie uccise», dice il presidente dell’Associazione per la tutela e l’allevamento della bufala mediterranea Andrea Noviello.

Molti anni fa a un contadino qui vicino è successo la stessa storia: qualche aborto negli anni precedenti, nessuno malato perché molte persone hanno gli anticorpi alla brucellosi e una vaccinazione obbligatoria negli anni precedenti che non funzionava. Allora a un certo punto sono passati a test anticorpi, e ovviamente anche gli animali guariti (tutti) avevano gli anticorpi.

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Notizie dall’azienda

In tempi più sani (per un certo verso) il titolo sarebbe stato “Notizie dal podere”, ma tant’è. Il contadino -visto l’età del principale e l’andamento delle stagioni estivi che non permettano più di mantenere l’attuale livello di forza lavorativa era costretto di licenziare mandare in pensione anticipata sia il legatore di capi sia il fascinaio. Alcune immagini d’archivo aziendale:

fascina

proda di uva con fascine

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Resoconto annuale

Finito la raccoltina delle olive ormai l’anno agricolo 2023 è passato ed è meglio così.

Partiamo dalle cose positive: non ci sono stati incendi, si sono mangiati una quantità esagerata di cetrioli e il magazzino è stracolmo di zucche, patate e cipolle e sono seccati pure parecchi ginestre.

Però tutto il resto è meglio dimenticare presto. Il pozzo che si è ridotto a fornire 2 qt/gg invece di 6 o 8qt, la vigna che si ammalò lo stesso un po’ di peronospora e insieme alla siccità e ai caprioli era una bella botta. Sono anni che il contadino s’aspetta che il secco compromette davvero il raccolto, finora era sempre al limite ma quest’anno ecco. Gli ulivi hanno fiorito poco e poco era quindi il raccolto, ma complimenti come hanno portato i loro frutti(cini) a ottobre. Frutta non c’era pure, giusto qualche pesca da litigarsi con le ghiandaie, anche per loro e loro compagni era un annattaccio.

Ora si riparte ma dopo gli ultimi anni le speranze per l’uva sono un po’ ridotte, tanta fatica per poco può andare bene un anno ma non tutti gli anni e il contadino s’è stufato parecchio ad aspettare acqua che non viene.

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Tutti i post non scritti ultimamente

  • Finalmente piove (anche troppo da qualche parte)
    (Salvini: Adesso accelerare i lavori per il ponte altrimenti le risorse vanno nella prevenzione)
  • Il 2024 sarà un ottima annata per l’olio
    (c’è poca fioritura quest’anno, il raccolto principale e la legna da palla, sarà una palla e mezza)
  • Sempre all’avanguardia
    (il contadino sequestra il carbone spengendo tutti fuochi che fa coll’acqua, generando terra preta, i suoi pronipotini vedranno i primi effetti [qui una fotina del terreno sparso con la carbonella vegetale detto BIOCHAR che suona meglio)
  • Bombi, osmie e farfalle: fioritura sotto gli ulivi
    (un lungo pippone su come gestire la terra sotto gli ulivi, creando humus e aumentando al massimo la biodiversità)

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Questione di mentalità solo

A volte il contadino si ricorda di avere un blog e gli viene pure in mente di informare il mondo del suo ultimo pensiero ma poi lascia perdere di solito. Invece questo pensiero qui sono settimane che li rode dentro, quindi eccolo.

C’è un tale Sultano al Jaber che dice

Presidente Cop28: il mondo ha bisogno di una mentalità imprenditoriale per affrontare la crisi climatica

(The Guardian, 7 aprile 2023) Sultan Al Jaber intende utilizzare i colloqui delle Nazioni Unite per stabilire come il settore privato può limitare le emissioni di gas serra.

Il mondo ha bisogno di una “mentalità imprenditoriale” per affrontare la crisi climatica, ha affermato il presidente del prossimo vertice Onu sul clima.

Al contadino invece sembra che la mentalità imprenditoriale è una delle cause principali della situazione attuale non solo climatica e sostiene che invece solo una mentalità religiosa o spirituale sarebbe in grado di rimediare i danni su tutti livelli. Il ritorno del sacro, insomma. Non si possono trattare gli animali negli allevamenti come si fa adesso, passare alle auto elettriche e tutto si risolve, non si possono trattare le terre come si fa adesso e isolare le case e tutto si rimette. E tutt’una cosa (appunto:sacra), la terra, le piante, gli animali e i nostri prossimi.

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Bianco o nero?

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Il contadino si fa spesso delle domande profonde, per esempio: Quali pali reggeranno di più: quelli sbucciati o quelli bruciati?
35 anni fa ha fatto un recinto con pali bruciachiati e la maggior parte è ancora in gamba. La risposta si avrà forse 2053, quando le ultime macchine usate a benzina costeranno un occhio.

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Priorità assolute e relative

Ogni tanto il contadino se ne ricorda di questo sito, sembra quindi una priorità abbastanza relativa.

La priorità assoluta ha la pioggia che ha da lavorare ancora molto per mettersi almeno in pari. Quindi il contadino è tra quelli che gioiscono quando piove, piovetta, pioviggina e probabilmente ci vorrebbero anche delle piene.

Un altra priorità relativa è finire la raccolta delle olive, che è andato già bene sotto molti punti: sociale, quantità e qualità e rese (insomma). Ancora qui si riesce ancora di praticare l’agricoltura museale: un telo a olivo, scale di legno e senza abbacchiatori e altre diavolerie che sono stati inventati non per fare meglio ma per fare primo e stranamente hanno finito sopratutto per aumentare lo stress e rubarci il tempo.

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Il contadino è sempre felice quando impara delle nuove definizioni degli slogan odierni, se definite per legge meglio ancora:
APPROVATA LA LEGGE SU “FILIERA CORTA E KM ZERO”

I prodotti sono a “chilometro zero o utile” se il luogo di produzione o di trasformazione è posto a una distanza non superiore a 70 chilometri dal luogo di vendita, o comunque proveniente dalla stessa provincia del luogo di vendita (o di consumo in caso di servizi di ristorazione).

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La nuova religione…

… ha anche un nome: scientismo.

In parole povere: non esiste una base scientifica che dimostra X quindi X non esiste, non va incentivata, va ostacolato e denigriamo tutti che dicono che X nella pratica porterebbe a risultati notevoli.

Come tutte le sette anche i scientisti devono distinguersi dagli non illuminati e hanno bisogni di nemici.
Attualmente nel mirino degli scientisti è l’agricoltura biodinamica. Nessuno degli scientisti sanno che da 40 anni in Svizzera sono in corso studi che paragonano proprio il biologico, il biodinamico e il convenzionale ma anche se lo sapessero l’ignorerebbero (?) perché non può essere.

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Olio quest’anno

Con immenso piacere – solo superato dal senso di dovere – e con l’aiuto degli amici motivati la raccolta delle olive che non ci sono procede lentamente. Si colgano anche 25 piante in un giorno, per fare un quintale o due. Ma tutto fa brodo e alla fine qualche goccia di olio nuovo esce.

Le olive che si trovano sono sane, durine, quasi tutte nere, piccole e attaccate ben bene ma rendono poco, colpa del secco – la terra fino ieri era di cemento. Non è il primo anno di magra e non sarà certamente l’ultima. Sembra che si supera però il 2019:

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Il bello è che si finirà anche presto e il contadino si può dedicare ad altro, tipo respingere il bosco e la macchia che stanno per assalire e conquistare anche suo podere, dopo tanti altri.

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Il paradiso in terra..

… si avvicina, fratelli e sorelle: dopo aver sconfinati dal limbo del male assoluto gli OGM nel nome della lotta santa al Covid (iniettando prodotti di ingegneria genetica anche a minorenni tra non poco) adesso toccherà a nutrie e zanzare:

Dopo il via libera dell’Agenzia per la protezione dell’ambiente (Epa) in Florida, negli Stati Uniti, sono state rilasciate nell’ambiente migliaia di zanzare geneticamente modificate che dovrebbero far collassare la popolazione locale in poco tempo. Una tecnologia sviluppata dalla ditta britannica Oxitec, finanziata anche dalla fondazione Bill&Melinda Gates, che potrebbe avere risvolti molto interessanti anche in Europa e in Italia per il controllo di specie aliene invasive dannose per l’agricoltura.

La genetica nel controllo di specie dannose

I ricercatori britannici hanno modificato geneticamente una popolazione di zanzara inserendo un tratto genetico che rende le femmine dipendenti da un antibiotico, la tetraciclina, per la sopravvivenza. Le uova di Aedes aegypti (la zanzara tigre) sono state poi rilasciate in ambiente, nel territorio delle Florida Keys, dove negli ultimi anni è aumentata la diffusione di malattie trasmesse da questi insetti.

Non essendo presente la tetraciclina nell’acqua in cui si sviluppano le zanzare, solamente gli esemplari maschi porteranno a termine il loro ciclo di sviluppo e prenderanno il volo. Una volta in natura si accoppieranno con le femmine presenti trasmettendo alla prole il gene introdotto in laboratorio. Come conseguenza dalla covata prenderanno il volo solamente i maschi, che a loro volta si accoppieranno con le femmine selvatiche trasmettendo il gene e determinando in poco tempo il collasso della popolazione.

E chi di voi alzerà mai la voce per difendere questi poveri animali?

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