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Categoria: mondo spirituale

La guerra ridicola

Il contadino sa poco forse, ma alcune cose sembrano ridicole e basta. La fu guerra al terrorismo – non si poteva portare più di 100ml di liquidi senno moriamo tutti, videocamere ovunque, ora ‘sta guerra al virus, con mascherine, tute di plastica e guanti e si aspetta il vaccino che ci libera.

Diceva uno che nel medioevo la gente aveva paura degli spiriti, delle streghe, spiriti e altro ancora. Erano credenti tutti, ora siamo diventati materialisti quindi adesso abbiamo paura dei bacilli batteri virus e altre cose invisibili ma 100% materiali, rilevabile al tampone santo e benedetto.

Ha cambiato nulla, paurosi siamo.

O no.

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Buona resurrezione!

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Mai come ora tutto il mondo ne ha bisogno.

(Il contadino si sogna che cogliamo questa unica occasione per ripartire davvero solo con le cose essenziali, tralasciano le attività che fanno danni sociali e ambientali e avrebbe anche una lista con le cose da fare e con quelle da lasciare stare proprio in futuro)

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Un cesto per natale

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Il contadino ha sentito che in Italia usa di regalare dei cesti per le feste, ma ci sta bene che qualcosa non ha mica capito bene, comunque ha potato il salce tra gli ulivi che ha il colore più acceso e si è dato da fare.

Buone feste a chi passa di qui.

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Fine stagione…

… per i cerchi nel grano. Ci sono dei capolavori anche quest’anno, con disegni e strutture mai viste.
Una selezione del contadino:

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Le bugie non funzionano

Sarebbe utile che lo capissero un po’ tutti e pure viviamo nella cultura cristiana da secoli ma sembra che non abbia sortito ancora l’effetto desiderato.

Sui pacchetti di sigarette alcune delle immagini
a) sono stati usati senza autorizzazione della persona
b) e/o non sono collegati per niente a danno da fumo

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Vecchia tradizione ormai

In questi tempi vuoti estivi nei quali i giornali non sanno cosa scrivere e riempiono le pagine con Di Battista il contadino usava sempre segnalare i cerchi nel grano. Sembra che quest’anno la Francia sia un poì di moda. Poi non è che si possono mettere sullo stessa piano Di Battista e i cerchi.

Il suo preferito fino adesso è questo qui:
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E si scopre che la bandiera europea è …

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… un chiaro riferimento a Maria.

Molti poi si sono offesi per il riferimento di Salvini alla Madonna, alla quale il leader dei sovranisti ha affidato il destino proprio e, non si sa bene a che titolo, quello dei presenti e quello dell’Europa. Per farlo però, avrebbe potuto benissimo indirizzarsi, e nessuno si offenda se rilevo il particolare curioso, proprio a una bandiera dell’Unione Europea: il colore della bandiera e la disposizione delle stelle sono un richiamo diretto all’iconografia mariana (tanto che il populista di sinistra francese Mélenchon, che non brilla per europeismo, chiese ufficialmente, nel 2017, che fosse tolta la bandiera europea dal parlamento francese, in quanto riferimento confessionale).

Basterebbe tornare davvero ai valori cristiani “sbandierati” e alcuni partiti politici sparirebbero immediatamente dalla scena.

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No slogan

Non ho qualifiche sufficienti a fare un commento di carattere sociologico. Forse sto diventando un vecchio scorbutico, ma a livello pubblico ormai esiste ben poco che per me non sia un’accozzaglia di parole senza senso. L’impegno, poi, è ridotto al minimo: gli artisti fanno esattamente ciò che fanno i politici, mantenendosi sulla superficie, senza lasciarsi coinvolgere davvero in niente, schierandosi secondo le posizioni partitiche più banali. Anche quelli che stanno dalla parte giusta offrono solo slogan, senza impegno.

Quando mi sento parlare, mi rendo conto di non essere poi così attaccato alle mie opinioni. Perciò esiste un altro livello di percezione, ben più profondo di quello delle opinioni. Ecco cosa vuol dire per me scrivere canzoni: liberarsi degli slogan, anche di quelli più efficaci, delle prese di posizione più sofisticate, per giungere a una comprensione, a sensazioni che sono un po’ al di sotto del radar delle opinioni o dell’intellezione.

«È per questo che ci vuole tempo» continua. «Prima di poter scartare un verso, devo scriverlo. Non ho le capacità cognitive necessarie per leggere qualcosa e scartarlo. Devo lavorarci su, scriverlo e poi eliminarlo. Persino se è buono, non posso accettarlo se include uno slogan stereotipato. Non sono interessato alle prese di posizione banali. Perciò non sono attaccato alle mie opinioni, ma in un certo senso sono interessato a quello che posso scoprire frugandovi al di sotto.
«È lì che voglio arrivare.»

Secondo il contadino questo potrebbe essere una linea guida nella marea delle cose dette ovunque. Ignorare se slogan.

Rimarrà il poco di buono che c’è.

(citazioni di L. Cohen, “Il modo di dire addio”)

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Buona Pasqua!

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Colorate le uova come al solito, oggi si cercano tra l’erba intorno casa, e come zuccherino si è fatto sentire pure un cuculo, evento ormai rarissimo. Gli anni passano e si cerca di rimanere a galla. Auguri!

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Non ci sono più le regole di una volta

Il contadino legge che oggi è l’equinozio, domattina alle 2:45 è luna piena quindi prossima domenica caderebbe la Pasqua, così voleva la regola no?

Invece no, perché?

ecco perché: …quest’ultimo per la Chiesa cade sempre convenzionalmente il 21 marzo, sebbene l’equinozio astronomico oscilli tra il 19 e il 21…

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Lezioni

La scuola finisce mica dopo l’adolescenza, tutti giorni sono pieni zeppi di insegnamenti i quali spesso non gli notiamo nemmeno.

Stamattina il contadino ha appiccicato il fuoco alla massa di legno di fico e olivastri, con una nebbiolina che pioveva quasi
– sembra che ci si deve accontentare di questo, non ha voglia di piovere da mesi e nemmeno gli asparagi crescono bene. E ha dovuto pensare al Monte Serra alcuni giorni fa quando tirò quella tramontana per giorni.

A far scoppiare l’incendio è stato, per errore, un anziano che ha bruciato dei rovi. “Erano più di due anni che volevo bruciare quei rovi, maledetto me. Stamani, giuro, non c’era vento. Gli altri giorni sì, oggi no. Ho controllato alle 7 e alle 8, poi intorno alle 9,15 ho appiccato le fiamme, avevo anche circoscritto per bene l’area per non rischiare”.

La lezione qui sarebbe che bisogna saper aspettare il momento giusto. Ed è una lezione difficile.

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