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Mese: Aprile 2019

No slogan

Non ho qualifiche sufficienti a fare un commento di carattere sociologico. Forse sto diventando un vecchio scorbutico, ma a livello pubblico ormai esiste ben poco che per me non sia un’accozzaglia di parole senza senso. L’impegno, poi, è ridotto al minimo: gli artisti fanno esattamente ciò che fanno i politici, mantenendosi sulla superficie, senza lasciarsi coinvolgere davvero in niente, schierandosi secondo le posizioni partitiche più banali. Anche quelli che stanno dalla parte giusta offrono solo slogan, senza impegno.

Quando mi sento parlare, mi rendo conto di non essere poi così attaccato alle mie opinioni. Perciò esiste un altro livello di percezione, ben più profondo di quello delle opinioni. Ecco cosa vuol dire per me scrivere canzoni: liberarsi degli slogan, anche di quelli più efficaci, delle prese di posizione più sofisticate, per giungere a una comprensione, a sensazioni che sono un po’ al di sotto del radar delle opinioni o dell’intellezione.

«È per questo che ci vuole tempo» continua. «Prima di poter scartare un verso, devo scriverlo. Non ho le capacità cognitive necessarie per leggere qualcosa e scartarlo. Devo lavorarci su, scriverlo e poi eliminarlo. Persino se è buono, non posso accettarlo se include uno slogan stereotipato. Non sono interessato alle prese di posizione banali. Perciò non sono attaccato alle mie opinioni, ma in un certo senso sono interessato a quello che posso scoprire frugandovi al di sotto.
«È lì che voglio arrivare.»

Secondo il contadino questo potrebbe essere una linea guida nella marea delle cose dette ovunque. Ignorare se slogan.

Rimarrà il poco di buono che c’è.

(citazioni di L. Cohen, “Il modo di dire addio”)

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C’era una volta…

…un attore e commediante il quale in una serie televisiva faceva la parte di un semplice insegnante di storia che diventa presidente dell’Ucraina. E a volte le fiabe diventano vere.

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(sottotitoli in inglese)

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Buona Pasqua!

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Colorate le uova come al solito, oggi si cercano tra l’erba intorno casa, e come zuccherino si è fatto sentire pure un cuculo, evento ormai rarissimo. Gli anni passano e si cerca di rimanere a galla. Auguri!

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Nel frattempo a Londra…

…bloccano 4 punti nevralgici e il traffico va in tilt.

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Extinction Rebellion , che chiede al governo di ridurre le emissioni di carbonio a zero entro il 2025, vuole «bloccare Londra»” fino al 29 aprile con una serie di proteste e oggi ha chiesto rinforzi per mantenere il blocco stradale al Waterloo Bridge. Centinaia di manifestanti hanno cercato di ostacolare la polizia che voleva sloggiarli. I leader di questa organizzazione ambientalista “radicale” dicono che proteste simili si sono svolte in più di 80 città in 33 paesi e le manifestazioni di oggi a Londra prevedevano discorsi in piazza del Parlamento su come affrontare il cambiamento climatico.
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Contrasti

L’Europa e America, circondato ormai dai muri visibili e invisibile (le compagnie aerei sono stati da tempo trasformati in ufficiali di immigrazione, visto che devono pagare delle multe salate per passeggeri senza visto), e il mondo la fuori, messi a confronto dal fotografo turco Uğur Gallenkuş.

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