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Categoria: cultura e arte

Impostare un altro paese

mignole

Niente, il contadino con il sostegno dell’amico romano e della pastora è sempre a cogliere le olive – le mignole, per essere precise, quelle olive piccole tardive che falliscono mai e danno sapore – ma il suo cuore è con coloro che dopo lo spegnimento delle antenne analogiche non vedono i canali Rai. Già per due giorni al radiogiornale sente che bisogna fare:

1- AZZERARE LE MEMORIE DEL DECODER
2- IMPOSTARE NAZIONE “GERMANIA”
3- IMPOSTARE METODO DI ORDINAMENTO “LCN”
4- LANCIARE LA NUOVA RISINTONIZZAZIONE

Ecco, a lui questo sembra un vero passo in avanti: finalmente il paese esce da questa paralisi lunga. In futuro sarà possibile per esempio impostare su “USA” il sistema giudiziario italiano o su “Germania” la gestione degli appalti pubblici.

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Un altro mondo

Per pigrizia il contadino copia pari pari dal Ossblog. Ed è sempre valida la sua guida “Verso Linux in 10 semplici passi“. Visto che un quarto delle macchine windows è infettato con qualcosa (mandano spam per esempio) è un atto di igiene pubblica.

Linux Day 2009 Si svolgerà il prossimo sabato 24 ottobre in 104 città italiane la nona edizione del Linux Day, l’iniziativa, promossa da ISL (Italian Society Linux) che ha come finalità la promozione ela diffusione della cultura open source e in particolare di Linux.

La manifestazione verrà organizzata localmente dai LUG (Linux User Group) e da altri gruppi che condividono le finalità della manifestazione. E’ possibile conoscere gli eventi in programma in ciascuna città collegandosi alle home page dei rispettivi gruppi organizzatori, il cui elenco esaustivo può essere visionato sul sito ufficiale del Linux Day.

Durante la manifestazione, verranno distribuiti depliants, vademecum e DVD e, per i neofiti, non mancherà la possibilità di provare linux dal vivo e discutere con gli esperti per la risoluzione dei problemi.

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La cartolina

arco.JPG

Altre cartoline sono di là e sopratutto un salutone cordiale dal contadino dal paese perfetto impagabile (meno male uno ha amici).

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Italia much more

Grazie a LorenzoC si sa che si può puntare il browser a www.italia.it, il nuovo tentativo di curare l’immagine d’Italia, dopo il buco mangiasoldi precedente. Per adesso consiste in un filmino ganzo, una mappa interattiva non male e perle nelle lingua tedesca (Die Regionen von Italien auf dem Display o Online Blättern). Stile tivu, insomma.

Ma non è mica facile di correggere l’immagine dell’Italia comunicato all’estero con gli insulti di Tremonti e i vizi di Berlusconi.

Almeno gira su server Linux:
Apache/2.2.0 (Fedora) Server at italia.it Port 80

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Granturco divino

All’inizio del mondo, sulla Terra cresceva solo erba, così che i primi esseri umani pregarono il dio del sole di inviare loro qualcos’altro da mangiare. L’astro mandò loro sei sorelle, le fanciulle del mais, appartenenti al popolo del Semi, le quali alla luce del fuoco danzarono tra le erbe che divennero alto e forti.

(trovato in un libro ma c’è pure qui, per integrare il post sulla creazione del grano)

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Grano divino

Prima voleva scrivere un post della serie “moriremo tutti” parlando di Ug99, quel fungo che si espande e che ci farà ammalare tutto il grano (ma forse ci salverà dalla morte di fame la Monsanto con una sua varietà OGM resistente – potrebbe stare pure lei dietro all’allarmismo) ma adesso ha cambiato idea perché Dario Bressanini ha segnalato un suo post più approfondito sulla tematica della mutazione genetica accelerata tramite radiazioni per poter selezionare nuove varietà di verdure, frutti e altro.

Dal punto di visto delle scienze naturali una mutazione è una mutazione, non importa mica come sia avvenuta. Questo perché si può solo occupare di cose misurabili e quantificabili. E come vediamo quotidianamente sa dirci poco sulla qualità. Per rimanere nell’esempio del grano duro “Creso” del post precedente: Lo stelo e più corto: bene, produce di più: meglio ancora. Solo che forse la sua qualità in forze vitali è peggiore o è addirittura dannoso e questo è difficile di provare scientificamente, che non abbiamo tempo e il progresso non si può mica fermare sempre con ‘sti dubbi da medioevo.

Ma non è mica tanto difficile di pensare che usando una cosa che distrugge la vita come le radiazioni per creare delle nuove varietà di piante non possono uscirne alimenti sani. E’ una legge spirituale, questa.

Di questo passo finiremo morendo di fame con le pance piene, in quanto gli alimenti stanno perdendo il loro valore nutritivo (che sono forze e non molecole)(come si vede si ritorna sulla musica di sottofondo “moriremo tutti)(ma sarebbe una morte stupida). Questi sono i metodi della scienza moderna. Per avere una mezz’idea come sono nati molte delle piante che coltiviamo basta sapere che nel secondo periodo culturale, quello persico nella vecchia Mesopotamia (terre che stiamo per distruggere completamente adesso, non solo con le guerre) furono creati (dall’erba selvatica) il frumento, l’orzo e altri precedessori delle nostre varietà con dei rituali, atti sacri-religiosi-sciamanici.

Per dire: l’esatto opposto di quel che facciamo oggi. La cura del semente è un compito importantissimo per il nostro futuro, e non è nelle mani buone purtroppo. Perché lo scopo della Monsanto e altri è il profitto e anche qui vale la regola di sopra: cercando il massimo profitto non possono venire fuori buoni prodotti, ma solo buoni danni per la collettività umana.

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Chopin in Toscana

Un bel momento a Roma era quando passavo sotto una finestra e sentiva suonare Chopin, si è fermato di ascoltare finché il notturno non era finito.
La musica è solo musica dal vivo. Domani il contadino va a Santa Croce.

Il progetto si auspica di riportare la grande musica nei piccoli teatri storici, e si articola in tre serate nei teatri Rossini (Pontasserchio, 23 maggio), Verdi (Santa Croce sull’Arno, 25 maggio) e Francesco di Bartolo (Buti, 26 maggio) con un programma interamente dedicato alla musica di Chopin.

I tre concerti, con inizio alle ore 21, ingresso libero, saranno filmati dal regista francese Miroslav Sebestik, autore del documentario ‘Musicien’.

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Dadi e bulloni

Il contadino per continuare a giocare a contadino per qualche annetto ha dovuto investire (qualche forma di formaggio e ore di lavoro) in un altro pezzo da ferraccio: un ranghinatore anzi due per farne uno (il Moro li buttava via). L’anno scorso ha investito (un agnellone) in una pressa per il fieno. L’età media di lui e le macchine che usa è piuttosto lo stesso.

Mentre stava smontando i denti rotti però è stato illuminato di botto. Ecco perché i dadi si chiamano dadi!

dado

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