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Mese: Settembre 2014

Ci mancava un nuovo problema per le api

Si chiama Aethina Tumida, originaria del Sudafrica e approdato probabilmente con un carico di frutta, magari già un anno fa.

Secondo gli esperti, il coleottero può diffondersi nel nostro paese tramite il candito, un alimento comunemente usato per le api e, quindi, attraverso regine, pacchi d’api o favi infestati. Oltretutto, l’Aethina si riproduce nel terreno di fronte agli alveari, per cui è molto facile che il rischio di infestazione sia elevato dove si pratica il nomadismo.

Altro aspetto particolarmente grave, è che l’Aethina non solo colpisce le api, ma anche il polline e il miele, portandolo alla fermentazione. Secondo l’università di Reggio Calabria, la prima cosa da fare è attuare un monitoraggio puntuale su tutto il territorio italiano. A tal fine risulta di fondamentale importanza che gli apicoltori denuncino immediatamente i casi sospetti di Aethina.

In secondo luogo è necessario un coordinamento fra Ministero della salute e le Aziende sanitarie locali, mentre al Ministero delle Politiche Agricole spetterebbe di individuare i fondi per consentire agli apicoltori la possibilità di ottenere un risarcimento per le perdite subite negli alveari. Inoltre, secondo l’Ateneo calabrese, qualora sia accertata la presenza del coleottero, occorre arare e trattare con permetrina il terreno attorno all’apiario, terreno nel quale l’Aethina si riproduce assicurando un ciclo continuo al di là dei trattamenti – per lo più a base di coumaphos – effettuati negli alveari.

A parte il fatto che molti dei terreni dove si trovano le postazioni sono impossibili di arare: indennità per danni dei cinghiali, della grandine, del embargo russo, delle inondazioni ecc a un certo punto diamo uno stipendio fisso agli agricoltori che si fa prima…

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Lettere d’amore scritte da robot

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Se hai dubbi se la lettera scritta a mano che ti offre una nuova linea di credito molta vantaggiosa sia scritta da un robot controlla i puntini sulle i: sono sempre nello stesso punto relativo alla lettera.

[da qui]

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Nello stile dell’annata…

Oggi doveva piovere tanto qui, non è venuta una goccia degna di menzione. Ma poco lontano bomba d’acqua con grandine, simile a qui fine giugno.

Gli agricoltori denunciano danni alle coltivazioni per 20 milioni di euro. Francesco Miari Fulcis, Presidente di Confagricoltura, spiega che “solo per i vigneti ci sono danni che possiamo calcolare superiori ai 200 mila quintali per la produzione di uva. I danni non riguardano soltanto i vigneti: “Quella è la situazione più complicata – spiega Fulcis – con danni strutturali ai filari, piante letteralmente divelte soprattutto nella zona del Montalbano. Anche per le piante di olivo i danni sono ingenti, nelle prossime ore cercheremo di fare una stima dettagliata”.

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Nebbie altrove

Tutte le mattine qui una nebbia in valle sembra che sia cascata una nuvola bianca. Ma questo è un altro luogo:

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2014: Senz’olio, la metà del miele e anche vino scadente

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Puglia meno 30%, Spagna ( produce la metà del consumo mondiale spesso venduto come italiano) meno 40%, Toscana (secondo il contadino) meno 90%.

Per il miele la situazione è identica:

La produzione italiana di miele nel 2014 dovrebbe calare in media del 50% per i mieli di acacia, castagno, agrumi e millefiori primaverile-estivo. Il che si tradurrà in un aumento dei prezzi tra il 20 e il 30%.

Ma in fondo forse è sbagliata la visione moderna del agricoltore che produce viveri. L’agricoltore coltiva e cura (o dovrebbe…) la terra e l’apicoltore alleva le api, ma non è detto che sempre esce qualcosa.

Domani

qui si comincia a togliere l’uva, succo d’uva per prima. Nell’immagine si vede bene come la parte grandinata matura male; il contadino vi risparmia foto di quella mezza marcia, forse domani qualche grappolo bello della bianca invece.

PS: tre foto in più, c’era parecchia uva, se non era grandinata… la bianca era pure discreta.
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Piccole modifiche ai blog

a) Il contadino sì è reso conto che i bottoni di facebook&Co non funzionavano più e ha trovato un nuovo plugin wordpress funzionante: due click per per più privacy. Nella lotta per un po’ di riservatezza si sono arresi molti, ma il fattibile va fatto lo stesso. I siti che usano i pulsanti normali per i vari like, tweet e G+ ecc mandano già tuoi dati a questi servizi, lingua, provenienza, tipo di sistema operativo e browser che usi, IP e altro. Per rendere l’idea sarà mostrato il tuo sistema operativo e browser nei commenti, per qualche giorno.

b) Il photoblog adesso carica all’infinito (volendo) se si arriva in fondo (infinite scroll si chiama).

Magari segnalate non- e malfunzionamenti. A lui per esempio non carica il bottone facebook, ma forse perché non ha nessun account.

OT: stasera vendemmia dal vicino, la sangiovese va già verso il marcio.

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Esperimentoni

I fatti

L’azienda britannica Oxitec ha reso nota l’intenzione di rilasciare in ambiente versioni transgeniche di mosche dell’olivo in Spagna e di moscerini della frutta in Brasile nei prossimi mesi (1). Entrambe le richieste di autorizzazione, presentate nel gennaio 2013, riguardano rilasci sperimentali in ambiente degli insetti geneticamente modificati e sono attualmente in fase di valutazione.
Oxitec utilizza un approccio di ‘uccisione femminile’, in cui la prole femminile degli insetti GM è destinata a morire allo stadio di larva. L’obiettivo verrebbe perseguito attraverso rilasci massali di milioni di insetti maschi geneticamente modificati il cui accoppiamento con le femmine presenti allo stato naturale porterebbe al declino della popolazione dei parassiti.

Gli impatti temuti

Una delle principali inquietudini di carattere ambientale è relativa al fatto che il ceppo di mosca dell’olivo utilizzato da Oxitec non è nativo della Spagna, ma è stato ingegnerizzato a partire da un ceppo greco incrociato con ceppi israeliani; situazione analoga in Brasile dove sembra che siano utilizzati ceppi di moscerini della frutta di origine guatemalteca (2). Sotto un profilo ecologico e agronomico si nutre il timore di introdurre individui portanti diversi livelli di resistenza ai pesticidi, come evidenziato da studi sulle mosche dell’olivo in Grecia (3).

[articolo completo]

Anche il contadino cerca di impedire alla mosca di diffondersi troppo, ma non in grande scala come questa senza poter tornare indietro.

Detto questo: sarà difficile che entra una goccia di olio in casa sua quest’anno e impossibile che ne esce una per vendita. Le speranze sono due: che le olive leccine tutte bacate già adesso si cicatrizzano e non cascano (improbabile) e che le olive mignole che ancora sono sane non s’imbacano nei prossimi due mesi (molto improbabile, nonostante il rame e lo Spintor Fly).

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Arte e soldi

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Succede che il contadino ha quasi finito la sua prima scultura venduta. Ma è ancora dell’opinione che senza soldi in mezzo tutto è più genuino (o forse è lui che ha un problema col vendere e fare un prezzo. Ma in fondo sono molto contenti tutti.

Tutto partiva da qui, non voleva vendere questo. Ora entrambe i due cerchi del carro del Cucco (il contadino che viveva qui più di mezzo secolo fa e portavo le sue verdure precoci a Empoli, col mulo) sono sistemati.

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