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Mese: Marzo 2020

Quando mignola di marzo invece?

Mignola

Se mignola d’aprile vacci col barile;
se mignola di maggio l’olio appena per assaggio;
se mignola di giugno rimarrai a digiuno

Occorre aggiornare i vecchi detti (occorre aggiornare un po’ di tutto magari).
Il contadino non si ricorda di aver potato di marzo olivi così.

1 commento

Appunti sul mondo malato

[24.3 – aggiunto altro appunto]

Il contadino vive questa crisi per certi versi simili a tutti, però ha la fortuna di stare in campagna, cosa che adesso non ha prezzo (nel senso letterario: nessuno può andare una settimana in agriturismo). Ma si azzuffa di informazioni di ogni tipo che trova (simile a come ha vissuto Fukushima) e l’unica cosa che sa è che non molte certezze e quando vede un video di un “esperto” sia medico “materialistico” sia omeopata o naturalista nel quale la persona è molto sicura di quel che dice e ha magari pure delle ricette diventa già scettico.

La cosa che è sotto gli occhi di tutti è che adesso che il sistema sanitario è vicino al collasso in molte regioni del pianeta è che facciamo delle azioni fortissime che non abbiamo mai fatti né per il cambiamento climatico, né per la crisi dei profughi – eppure i morti e le sofferenze per queste due crisi sono molti di più. Un altra dimostrazione che non siamo così razionali e scientifici come vogliamo sembrare.

Gli appunti (magari da integrare):

  • La cosa più importante l’ha detto il Papa, come spesso avviene.

    Non abbiate paura.

    Non così facile da attuare, visto che la paura è molto più contagiosa di ogni virus e siamo reduci di una lunga ondata di spauracchi ben nutriti, dal 11 settembre fino al invasione dell’Islam o degli Africani, paure usate spesso per motivi politici.
    Il vaccino consiste in una forte dosi di spiritualità, l’egoismo peggiora come sempre. La paura ci rende vulnerabili se dura troppo – in un video uno pretendeva che la gente in ospedale peggiora di brutto e muore appena sa che è positivo. Può essere, ma molti muoiono anche a casa senza diagnosi certa ugualmente.

  • La salute è una. Vedendo questo video di Ilaria Capua e informandosi su questa donna e le sue idee ha trovato questo concetto:

    Negli anni, si è impegnata per superare le barriere tra medicina umana e veterinaria, secondo una concezione in cui non può esistere una salute umana distinta da una salute animale e da quella dell’ambiente, portando avanti la visione “One Health”

    Ovviamente lei è una virologa quindi si occupa dei RNA e DNS, ma il concetto è validissimo. Se vogliamo avere problemi di salute basta continuare ammassare gli animali in allevamenti intensivi, riempirli con antibiotici, distruggere l’habitat naturale di quei altri, cacciano e vendendo pipistrelli cinesi insieme a pangolini africani sullo stesso mercato, circondare il pianeta terra stessa con una rete di decine di migliaia di satelliti e praticare una agricoltura basata su veleni e consumo massiccio di energia alternativa.

    La speranza è che qualcosa si impara adesso. Fukushima ha dato una svolta in molti paesi, ma sembra che non abbia bastato ancora purtroppo.

  • Il ridimensionamento delle catene della produzione globale a favore di quella locale. Una azienda agricola che ha un circuito chiuso con animali, campi e boschi come è l’ideale della biodinamica è molto meno vulnerabile adesso, che la catena di rifornimenti ha parecchi anelli mancanti. Il ridimensionamento un po’ di tutto, il contadino si immagina che adesso per esempio a Barcelona gli studenti facilmente troveranno una stanza, visto che AirBnb non lavora più. Non è più pensabile che si può volare per un fine settima a Parigi o Amsterdam. Magari anche per i virus, ma per il pianeta.
  • Gli ospedali, un luogo pericoloso da sempre per la presenza di ceppi resistenti e anche nuovi.

    Anche qui c’era la moda ovunque di chiudere i piccoli in favore ai grandi centri per motivi economici. Il contadino e non solo ha il sospetto che moltissime infezioni sono partite e partono ancora (vedi la Merkel che vaccinandosi contro pneumococco è venuto in contatto con un medico positivo). Molti ospedali piccoli si difendono meglio, i famigliari non devono fare due ore in macchina.

  • E infine ma non ultimo le cifre.

    Come ci fa notare la Capua in quel video, il test/tampone non ha gli standard, non c’era tempo per svilupparlo in modo corretto, quindi tutte queste cifre che sembrano così esatte sono solo tendenze. Idem il conteggio dei guariti, dei morti. Morti esclusivamente per il virus sono poche decine in Italia. E normalmente muoiono circa 1600 persone al giorno, una buona parte di queste adesso finiscono sul conto del Covid-19. E tutti paesi contano un po’ a modo loro.

    Una cifra importante però sembra verosimile: Su un infetto con sintomi vengono da uno a tre (e forse ancora di più) che non danno alcun segno.

  • La sorveglianza.

    Prima con il terrorismo, adesso ancora di più e tutti d’accordo. Buttate lo smartphone e prendete un telefono normale. Difficilmente lo stato e i servizi segreti tornano indietro quando una volta hanno avuto accessi a dati.

  • La legalità, il diritto, punto fondamentale per la democrazia.
    Per esempio nel Ticino la chiusura generale è illegale, questo significa tra altro che le aziende che la rispettano perdono diritti di cassa integrazione.

    E a casa nostra sembra che molte delle sanzioni fatte sono impugnabile. Solo che i tribunali sono fermi, ecco.

    Per non parlare degli Orban e parenti di spirito che cercano di cogliere l’occasione per avere i famosi pieni poteri.

Una cosa il contadino ha dimenticato di menzionare – magari è giunta anche l’ora di pensare
alla qualità della (eventuale) propria morte e metterlo per iscritto.
In ospedale, senza parenti e amici o in casa?
Farsi mettere in coma e intubare o no?

6 commenti

La natura che gode

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Negli USA in due zoo hanno liberati i pinguini, invece dei traghetti in Sardegna si vedono delfini, chissà quanti ricci avranno attraversato le strade senza venir spiaccicati e l’acqua nei canali di Venezia è limpidissima, per non parlare dell’aria.

6 commenti

Molte parole

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Qui in campagna tranquilla che è cambiato quasi niente.
Un pensiero va a quelli in città chiusi nei appartemanti e quelli in ospedale, chi ci lavora e chi ci sta.

Per ogni aero che non si sente invece c’è gentedi ogni età a passeggiare, mai visto tanta persone passare da qui.

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Morire e rinascere (si spera)

Altri anni la terra sotto era coperta di petali, adesso ci sono rametti secchi spezzati mescolati con della segatura dalla motosega…

susino

L’albero ha fatto questa fine per ora, era diventato troppo grande per il posto e per le siccità, ma anche produrre quintali di susine l’anno scorso era esagerato. Ha lasciato uno spazio enorme vuoto e ci mancherà la goia che ha dato solo a vederlo fiorito. Le speranza per il futuro sembrano intatte però:

gemma susino

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