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Il cibo distrutto

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Quasi la metà del cibo prodotto la buttiamo, noi nella parte “sviluppato” del mondo – la maggior parte prima che arriva nei supermercati. Colori, sbagliati, misure sbagliate, piccoli difetti: il consumente è esigente e non lo vuole vedere, dicono (e tanti adesso l’hanno mai visto, i frutti non perfetti). Un film, un sito. Per sensibilizzarci sulla questione. I scaffali devono essere piene sempre, e non si vende tutto. Un terzo del cibo che finisce nelle discariche o che trasformiamo in metano basterebbe per vincere la fame nel mondo.

Solo i tedeschi buttano alimenti nel valore di 20 miliardi in un anno.

Non che dobbiamo arrivare ai negozi stile Unione sovietica ma una via di mezzo non guasterebbe. Non tutto sempre deve essere sempre disponibile, abituiamoci prima che dobbiamo impararlo con la forza.

19 commenti

  1. Geppetto 20 Ottobre 2010

    Se nel “terzo mondo” in un secolo si sono quadruplicati vuol dire che di cibo ne avevano e ne hanno abbastanza, o mi sbaglio?

    20_Mrd_EUR / 80_Mio_TESTE_DI_C..O

    = 250_EUR / TESTA_DI_C..O

    Il piu’ povero in Germania spende 2500EUR/ANNO per l’alimentazione quindi lo sfrido di cui si parla sopra e’ inferiore al 10%.

    Come fai a garantire il cibo a tutti in regime di produzione alternante se non con la sovraproduzione? il 10% non e’ nulla.

    Per andare da Roma a Empoli perfettamente biologico-eco-equo-sostenibile uso l’asino. Oltre ai miei 100 chili ne sposto altri 100 chili dell’asino: sfrido del 100%

    La mosca (per citarne una) che sfrido ti fa a te?

  2. Claudio 21 Ottobre 2010

    Ma perche non lo sapevo in Unione Sovietica morivano di fame?

  3. ste 21 Ottobre 2010

    Non morivano di fame, ma non avevano 100 tipi di formaggi e 40 di pasta nei scaffali, se andava bene c’era un tipo.

  4. Denise 21 Ottobre 2010

    Questo spreco è una delle cosa che mi fa veramente fastidio, che mi “urta i nervi” come dico io, perciò boicotto i super e iper mercati e me ne vado al mercato per i freschi, se posso, oppure nelle piccole botteghette di paese cercando di comprare merce sfusa con minor confezionamento possibile e locale. E poi è veramente uno stress andare al super o iper e poi nel fine settimana non ne parliamo! Come si fa ad andare nei centri commerciali e a veder le vetrine di sabato o domenica??? No, no, noi ce ne andiamo per campi e boschi e monti…

  5. Geppetto 21 Ottobre 2010

    Allora qui non si parla di un fantomatico spreco che non esiste, ovvero e’ sfrido insito in tutte le cose, ma non piace la dimensione dei supermercati ne’ l’uso del confezionamento moderno.

    Ripropongo il nodo della questione: Come si fa a garantire il cibo a tutti, se la produzione agricola e’ per sua natura altalernante e le derrate alimentari sono altamente deperibili (vd. anche confezionamento)?

    C’e’ alternativa ad un 10%-20% di sovraproduzione?

  6. NonnaPapera 21 Ottobre 2010

    Per fortuna c’è il banco alimentare che recupera gran parte di ciò che le aziende, i supermercati, le mense aziendali, i ristoranti butterebbero e lo ridistribuisce gratuitamente a chi ha bisogno (mense dei poveri, enti….) Sarà una piccola cosa, non sarà risolutivo, sarà nulla in confronto alla fame nel mondo, ma a me allarga il cuore sapere che tanto cibo troppo vicino alla data di scadenza per essere commercializzato, il pacco di biscotti ammaccato, l’insalata che scade domani e le lasagne avanzate in mensa non vanno nella pattumiera.

  7. Denise 21 Ottobre 2010

    @ NonnaPapera: tempo fa ho sentito voci dire però che (per esempio)
    la “tanto solidale” Ipercoop non permette neanche ai dipendenti di portarsi a casa il surplus invenduto e scadente. Non so però i motivi…

    @ Geppetto: forse non ci arrivo perchè sono mentalmente limitata… Non capisco cosa vuoi dire con: “Come si fa a garantire il cibo a tutti, se la produzione agricola e’ per sua natura altalenante e le derrate alimentari sono altamente deperibili (vd. anche confezionamento)?
    C’e’ alternativa ad un 10%-20% di sovraproduzione?”

    Per “tutti” cosa intendi tutto il mondo o Italia-Europa?

    Penso sia normale che la produzione agricola sia altalenante per tanti fattori ma non penso che qui in Europa per questo moriamo di fame. Sicuramente andrà male dal punto di vista “finanziario” all’agricoltore a cui la stagione è andata male.

    E poi, il 10%-20% di sovraproduzione è dovuto solo a prevenire l’alta deperibilità e quindi la perdità di quantità disponibile?
    Cioè secondo te la sovraproduzione e necessaria per prevenire perdite economiche?
    Grazie per la pazienza.

  8. Geppetto 21 Ottobre 2010

    Se vuoi garantire il cibo sempre a tutti devi sovradimensionare la produzione in modo da avere abbastanza anche quando il raccolto e’ in magra.
    Negli anni di buon raccolto devi buttare via cio’ che non riesci a riconvertire o a conservare.

    Se nel “terzo mondo” la popolazione e’ quadruplicata in cento anni, vuol dire che hanno ed avevano da mangiare abbastanza. La fame nel mondo come concetto generale e’ una balla. Esistono carestie, guerre e genocidi, sono innegabili, ma vedrai che fra 20 anni la popolazione del “terzo mondo” sara’ di nuovo raddoppiata, alla faccia di tutta questa fame del mondo.

  9. Harlock 21 Ottobre 2010

    Credo che il problema fondamentale è lo spreco di energie che si inpiega per l’alimentazione dei paesi ricchi.
    Tutto deve essere perfetto, impacchettato e apparentemente di qualità, mentre la qualità in realtà è effimera.
    Va bene calcolare lo sfrido e le avversità delle condizioni metereologiche, ma perché consumare alimenti fuori stagione che fanno migliaia di Km, per arrivare in condizioni non idonee all’alimentazione? perché costruire centrali nucleari per far energia che sistematicamente viene sprecata per far viaggiare, per confezionare e mantenere alimenti “in vita” eppoi magari buttati nella spazzatura perchè fanno schifo?

  10. Denise 22 Ottobre 2010

    Ecco, grazie. Condivido il pensiero sia di Geppetto che di Harlock. Ciao alla prossima!

  11. Massimo 22 Ottobre 2010

    Giusto ieri mi ricordavo di quando da bambino mia madre mi mandava a comprare il pane, in panetteria, mica al supermercato. “Sbrigati” mi diceva “che non trovi più niente”. Ed era vero, già alle quattro si era fortunati se era rimasta qualche pasta dura o i panini all’olio, il pane comune era già tutto venduto. Oggi quando passo nella panetteria del supermercato vicino all’orario di chiusura gli scaffali pieni vengono svuotati nei sacchi della spazzatura.

  12. Geppetto 22 Ottobre 2010

    Perche’ il trasporto intorno al mondo costa 20 Cent/Kg

    Perche’ sprechi piu’ energia in un giorno di vita a far niente che mandare 1 Kg in giro per il mondo

    Perche’ se risparmi sulla confezione sprechi 100 volte di piu’ in merce rovinata.

    Perche’ la plastica costa 1 Cent al Kilo.

    Perche’ per andare al lavoro ogni giorno sprechi come mandare 50 Kg in giro per il mondo

    Perche’ credi di essere biologggico-equo-sostenibile-eco-solidale ma la infrastruttura tutta che ti permette di vivere, vendere i tuoi prodotti, imparare, surfeggiare, etc. e’ totalmente non biologggico-equo-sostenibile-eco-solidale e manco ci pensi ad andare tra gli aborigeni a fare il biologggico-equo-sostenibile-eco-solidale per davvero

    Se stai male davvero te ne fotti se le siringhe monouso sono uno spreco e che sono di plastica

    Perche’ siamo troppi e si vuole sempre di piu’.

    Perche’ chi fa 1.3 figli a coppia ha diritto di sprecare 20 volte di piu’ di chi fa 6 figli a coppia (visto sul periodo di un secolo)

    Perche’ un nuova Zelanda fanno delle mele a prezzo concorrenziale

    Perche’ la stragrandissima maggioranza gli sta bene cosi’.

    Perche’, per l’amor di dio, l’operaia in Equador invita le donne occidentali a consumare le rose che le rovinano la salute nel lavoro nelle serre, perche’ se no non avrebbe da mangiare ne’ per se’ ne’ per i propri tre figli messi al mondo con prospettiva zero, forse il padrone abbia nuova forza lavoro quando lei non ce la fa piu’.

    Perche’ non ce ne fotte dei nostri figli e men che meno dei figli degli altri, checche’ ne diciamo o ne pensiamo.

    Perche’ nel nostro profondo siamo tutti delle TDC enormi.

    Perche’ nessuno di noi ha il diritto di imporre all’altro come deve vivere.

    Perche’ se ti vuoi imporre, quello giustamente si difende e fa bene.

    Perche’ abbiamo altro a cui pensare.

    Perche’ proprio non ci arriviamo.

    Perche’ dobbiamo fare soldi.

    Perche’ c’e’ la partita da vedere ed il romanzo rosa da leggere.

    Perche’ preferisco spendere 500 Euro/anno per il mio gatto che dare 5Euro al barbone all’angolo.

    E perche’ no?

  13. Geppetto 22 Ottobre 2010

    Mi sono lasciato un po’ andare.
    Non ho un gatto, ma milioni si comportano come detto.
    I dati sono forse esagerati, ma nemmeno tanto.
    Manca un perche’ dopo il forse della Equadoriana.

    Il mio invito e’ quello di cercare guardare, per quanto possibile, in prospettiva spazio-temporale allargata.

    Inoltre non bisogna lasciarsi manipolare ne’ dal capitale, ne’ dai politici, suoi tirapiedi, ne’ dai gioralisti, loro tirapiedi, ne’ dalla chiesa o dai movimenti pseudo-moralistici, perche’ vale sempre la massima: ti fottono i soldi, la vita, la liberta’.

    E questa storia del presunto spreco e della fame nel mondo si presta molto a manipolare tramite sensi di colpa.

    Credo di consumare ben sotto la media occidentale, ma non ne faccio in alcun modo una virtu’ perche’ virtu’ non e’, e se ne ho voglia mi metto a sprecare anch’io.

    Perche’ la vita e’ una sola.

  14. Geppetto 22 Ottobre 2010

    Massimo: guarda i numeri.

    1. chiedi quanto vendono al giorno e quanto sprecano in chili.

    2. non e’ detto che la produzione industriale sia meno efficiente di quella artigianale, anzi e’ da presumere il contrario. Il bilancio energetico dei forni industriali puo’ essere migliore di quello del panettiere della tua infanzia.

  15. Denise 22 Ottobre 2010

    Ho fatto male, allora, a sgridare mio suocero che ha comprato al super i kiwi della Nuova Zelanda?
    E’ che mi sembrava un viaggio così lungo per un kiwi che ne abbiamo qua a pochi passi da casa sulla pianta… Non ci capisco più…

  16. Geppetto 22 Ottobre 2010

    Non hai fatto male e nemmeno bene.

    Vivi piu’ leggera, che vivi meglio.

    Tuo suocero ha dato qualche centesimo ai lavoratori neozelandesi, ai marinai filippini, ai camionisti marocchini, alla cassiera italiana ed altrettanto ai loro padroni. Forse e’ stato sprecato qualche decilitro di gasolio e qualche grammo di sostanza chimica.

    Io non compro dalla Nuova Zelanda, non sgrido chi ne compra e non chiedo piu’ a nessuno se ho fatto una cosa bene o male.

  17. Harlock 22 Ottobre 2010

    Geppetto:
    Esatto!!
    è davvero terribile… alle future generazioni che verrano lascerò detto: scusate ho contribuito alla catastrofe ambientale, ma non volevo!!

    Probabilmente la produzione industriale è più efficente sul piano energetico, dubito sulla qualità, ma è nel fattore umano che è un disastro. Siamo in un epoca in cui il maggior problema dei paesi sviluppati è la disoccupazione, causando depressione e caos sociale. Davvero pensi che l’essere umano può vivere in un meccanismo dove tutto è sincronizzato sinteticamente e dipendente da fattori che non capisce o ignora?

    Mi rendo conto che il mio impatto ambientale è superiore a quello che la terra può sostenere, ma capisco anche che non è giusto, che dovrei consumare meno, che gli altri dovrebbero consumare meno. Non dirò mai che è giusto comprare merce che viene da lontano, neanche che è giusto buttare il cibo nella spazzatura perchè tanto ce n’è troppo.
    Oltrettuto non sappiamo neanche dove buttare la spazzatura 😉

  18. Geppetto 25 Ottobre 2010

    Caro Harlock,
    condivido tutto, pero’ – mi sia concesso – senza quei ‘giusto’, che non mi piacciono, come non mi piacevano ‘bene’ e ‘male’.
    Buon raccolto.

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