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Mese: Marzo 2016

Comunicazioni di servizio

– Le preoccupazioni di solito sono superflue se non dannose
– Si lavora in modo molto molto produttivo ed efficace se si ha una deadline, e le giornate si allungano in parallelo con le cose da fare.

La deadline nel caso concreto del contadino è un viaggio breve verso nord, per ascoltare musica di acqua dal vivo (e altro), occhio ai peschi domani.

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Paura e realtà

Ormai la frittata è fatta, ma forse qualcuna ha voglia di leggersi con calma alcuni dati.

I 31 casi di meningite da meningococco C su 3.750.511 abitanti indicano che l’incidenza è di 0,83 casi su 100.000 toscani, il che colloca la regione nel range più basso tra i paesi, dopo Belgio, Danimarca, Grecia, Irlanda, Islanda, Lituania, Lussemburgo, Malta, Olanda, Norvegia, Portogallo, Regno Unito, Spagna, Turchia, ma anche Austria Bulgaria, Croazia, Cipro, Repubblica Ceca, Estonia, Finlandia, Francia, Lettonia, Serbia, Slovacchia e Slovenia.

Non sono in atto in questi paesi fenomeni di panico da meningite.

In Italia, sempre nel 2015, i casi totali di meningite da meningococco sono stati 174, in Lombardia sono stati 46. I casi totali da pneumococco sono stati 647, di cui 181 in Piemonte e 113 in Emilia-Romagna, senza per questo suscitare particolare allarmismo. Su scala nazionale, i casi di meningite da Listeria nel triennio 2011-2014 sono stati sempre abbondantemente superiori a quelli da meningococco C (Fig. 1), eppure tutti siamo spaventati solo da quest’ultimo.

Purtroppo questo non succede solo con la meningite, ma un po’ con tutto, dai veleni nel cibo al terrorismo. Quando leggiamo “Allarme XYZ” nelle prime pagine o sparato urlando nei telegiornali si farebbe molto bene non eccitarsi troppo e più che altro di non cadere in un azionismo cieco e spesso pure dannoso.

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Pomodori e pomodori non sono uguali

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Oggi il contadino vede che il primo titolo nella home di La Stampa titola Tra i coltivatori siciliani: “Siamo ridotti alla fame dai pomodori marocchini”:

Bisogna pensare prima agli italiani e a salvare i nostri prodotti: i prezzi sono crollati a causa della concorrenza del Marocco e della Tunisia.

Ha dovuto pensare subito a questa realtà:

Un tempo il Ghana produceva ed esportava pomodori, oggi è costretto a comprarli dall´Italia. Le salse nostrane godono dei sussidi dell´Unione europea e costano cinque volte meno dei pelati africani. Così il “made in Italy” butta sul lastrico migliaia di contadini ghaneani.

“Sulla bontà del prodotto non si discute, sul prezzo sì”, dice Paul Yambuya, 50 anni, contadino ghanese originario della città di Kumasi. “Al mercato un barattolo di concentrato italiano costa più o meno 1000 cedis (circa 10 centesimi di euro, NDR). Ovvero cinque volte meno dei pomodori locali”

Anche su Internazione un articolo tutto da leggere:

Prince Bony non avrebbe mai immaginato di traversare il deserto e il mare e trovarsi a fare lo stesso lavoro che faceva al suo paese. Seduto davanti a un casolare abbandonato, vestigia della riforma agraria, guarda l’orizzonte e riflette sulla propria vita. Prince divide questa dimora di fortuna con una decina di altri lavoratori stagionali ghanesi. Senza documenti, senza soldi, senza prospettive, hanno trovato rifugio qui, in mezzo alla campagna, in questo gruppuscolo di ruderi che per un’ironia del destino si chiama “Borgo Libertà”.

«In Ghana, mi chiamavano Kofi America, perché ho sempre desiderato viaggiare. Volevo conquistare il mondo!»

Intabarrato in un vecchio cappotto liso, Prince guarda con aria assorta il sole che tramonta all’orizzonte. Poi dice una sola parola: «Il pomodoro». Il suo volto si illumina di una luce velata di tristezza non appena la pronuncia. «Anche a Navrongo, la mia città, coltivavamo pomodori!».

Il succo è: la globalizzazione ci va bene solo se vendiamo noi.

C’è molto da fare, sopratutto c’è da cambiare spesso prospettiva e vedere tutto dalle parti degli altri.

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In memoria

Berta Caceres stands at the Gualcarque River in the Rio Blanco region of western Honduras where she, COPINH (the Council of Popular and Indigenous Organizations of Honduras) and the people of Rio Blanco have maintained a two year struggle to halt construction on the Agua Zarca Hydroelectric project, that poses grave threats to local environment, river and indigenous Lenca people from the region.

Ci sono regioni nel mondo nelle quali si rischia l’assassinio difendendo la terra, i fiumi e la gente contro interessi economici globali, per questo ci riguarda tutti.

COMUNICADO DE AYER DEL COPINH: BERTA CACERES VIVE!!!

Jueves 3 de Marzo del 2016, La Esperanza Intibucá Honduras La compañera Berta Cáceres, fundadora y Coordinadora General del Consejo Cívico Popular Indígena de Honduras COPINH, y el compañero Gustavo Castro Soto, perteneciente a la organización Otros Mundos A.C. /Amigos de la Tierra México, La Red Mexicana de afectados por la Mienria (REMA) y El Movimiento Mesoamericano contra el Modelo Extractivo Minero (M4) fueron víctimas de una agresión con arma de fuego lo que causo la muerte de Berta y lesiones graves a Gustavo. La agresión se perpetuo en el interior del domicilio de nuestra compañera. Un grupo de hombres armados entro por la puerta trasera forzándola y disparó contra ambos compañeros.

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Le nuove coste, ecco la mappa

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Supponiamo che il livello del mare si alza di 1m, di 7m o di 60m. Per adesso sale di 3cm ogni dieci anni, ma ci sono molte incertezze, alcuni ricercatori ritengono possibile 5m in 130 anni, il consiglio scientifico del governo tedesco assumendo 3°C di aumento della temperatura parla di 3-5m nel 2300.

Come nota il creatore della mappa interattiva queste nuove linee di costa muterebbero velocemente per l’erosione e altri fattori.
Tutto cambia, tutto è in flusso e a volte qualcosa cambia anche velocemente. Certamente nessuno se l’aspettava quando partiva la moda di bruciare petrolio.

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