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Mese: Febbraio 2011

L’ignoranza dei negazionisti

Di negazionisti esistono di tanti tipi e una cosa gli accomuna è l’ignoranza della cosa che negano con veemenza. Un classico esempio sono questi eventi mediatici dove molti (o anche pochissimi come ultimamente in Germania, Austria e Svizzera) prendono delle overdose massicce di preparati omeopatici – ovviamente senza alcun effetto clamoroso.

Il problema è che non fa differenza se prendi due globuli o duecento di una CH30. Nessun omeopata pretende che hanno un effetto farmacologico (che è in correlazione con il dosaggio) e che produce un effetto misurabile nel organismo. Pretendono invece che stimolano una reazione correlato alla sostanza nell’organismo, molta individuale e spesso contraria all’effetto farmacologico della sostanza non diluito e potenziato. Un effetto si avrebbe solo se i sintomi sono in correlazione con la sostanza.

Dunque: Il movimento 10:23 (il numero di Avogadro, la soglia dove sparisce l’ultima molecula nel processo di diluizione) prende belladonna. Su persone senza sintomi (“sane”) l’effetto è zero e chi avrebbe mai detto una cosa diversa. Ma interessante sarebbe di sapere se tra questi manifestanti c’erano delle persone influenzate con la febbre o con infiammazioni caldi da qualche parte o magari con ipersensibilità alla luce e se loro subivano un effetto o no. Questo sarebbe stato vero scetticismo.

Il buffo è che questo tipo di scettici viaggia sempre sotto la bandiera della scienza ma non rispetta le regole minime di una verifica o falsifica di una affermazione e non si distinguono di un qualsiasi fanatico di una religione.

Hanno la verità in tasca e vero per loro è solo il misurabile.

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L’orto globale

Dal suo agente segrete il contadino ha ottenute qualche strani sementi dalla Siria. That’s globalization, baby – just to get a huge amount!

(da qualche giorno l’orto è al centro delle attività: seminati pomodori, ravanelli, insalata in tunnel, pomodori e carote in terra, toccherà ai piselli, certrioli e zucchine prossimamente)

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Auguri all’Egitto

Meno male che è finito così, ha dell’incredibile: dalla polvere si alza una tempesta e spazza via chi stava in sella 30 anni.

Un bel contorno è che la Svizzera ha finalmente imparata qualcosa e ha congelato i beni riconducibili al clan di Mubarak come ha già fatta nella rivoluzione precedente della Tunisia con i beni di Zine El Abidine Ben Ali.

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Quanto tempo ci vuole per fare ricrescere un unghia?

Mezz’anno e qualcosa, aveva messo il dito in un posto sbagliato con ferro in movimento, all’inizio credeva che guarisce, invece era morta, l’unghia. Il bello del corpo è che di solito guarisce le sue ferite.

Quando il contadino ero bimbo c’era la moda del Merfen Orange: una sostanza del medesimo colore che bruciava di più delle ferite stesse e che le mamme usavano per disinfettarle. Era quasi una religione – credevano che uno morisse in tre giorni se non si DISINFETTA ogni graffio. Eppure una ferita che butta sangue si pulisce e si chiude da sé, senza tante storie.

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Il mythos del antivirus

Sembra che ieri c’era il “Safer Internet Day”, e viene fuori un bel 5° posto nella classifica (negativa) per l’Italia: 45% delle persone che usavano le rete nei 12 mesi scorsi hanno beccato un virus o altro malware, 4% hanno subito un danno nel portafoglio, e 67% usano antivirus, firewall e altro.

Ma non c’è mica tanta correlazione tra la percentuale di usi di tool di sicurezza e percentuale di infezione. In Ungheria per esempio usano 84% protezioni, ma la percentuale di infezione è identica, e paesi modelli come la Germania hanno sempre un 22%.

Non vuol dire di non usarli, ma vuol dire che non sono sicuri al 100%. Chi non vuole storie usa Gnu/linux.

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Osservazioni e domande

Giove si appresta per prendere il ruolo di Venere di stella della sera. Segna il rimto di dodici anni.

Con la pastora in pensione che vuole fare la buddhista – incompatibile con la responsibilità di far ammazzare dei agnelli – e il contadino che fa quasi più l’artista e il troubleshooter sul forum ubuntu uno si può domandare quale futuro abbia poi questa aziendina. Poi ha pure il gomito infiammato da quando tagliava la legna. Quanti anni può reggere un fisico? Un podere senza braccia e senza animali non è possibile.

Ma quello ci si può chiedere su ognicosa, quale futuro abbia.

Niente dura, tutto è in evoluzione e cambia ma questo non ci piace, vogliamo andar avanti come sempre per secoli e secoli, ma nisba.

A proposito di artista: Cosa è arte? Un olivo o un frutto potato bene sono opere? E’ una fascina legata con il salce? Una proda d’uva tenuta da bornielli con canne legati anch’essi con salici? Trasformare una collina in terrazzamenti con fosse? Cultura o coltura? Il paesaggio come scultura. L’agricoltura museale con altre opere sparse, il prossimo passo dopo la fattoria didattica con gli animali carini per le scuole?

I tempi cambiano. I mountain biker passano di sabato, gente che passeggia (con cani disobbedienti non da caccia/tartufo/guardia) di domenica.
Durante la raccolta delle olive c’era una coppia di tedeschi che hanno domandato dell’artista (che era sul olivo). Volevano comprare questo, ma come si fa, a vendere una cosa così?

Sembra che la luna nei pesci ha causata questo nebbione ieri e oggi, domani si vede meglio.

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Progetti sterili

Ci sono molti progetti per piantare alberi nelle zone minacciate della desertificazione. Però la natura (assistita) riesce di fare meglio dei progetti:

Questi contadini, va chiarito, non piantano alberi, come Wangari Maathai, premio Nobel e attivista, e il suo movimento Ceinture verte [Cintura verde] hanno chiesto di fare alla popolazione del Kenya: questo per loro sarebbe troppo oneroso e rischioso. Si limitano a gestire e proteggere quelli che crescono spontaneamente. Studi relativi al Sahel occidentale dicono che l’80% degli alberi piantati muore dopo uno o due anni. Al contrario, gli alberi che crescono naturalmente sono specie endemiche, dunque più resistenti.

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Riflessi

E’ solo una bozza, mancava il trepiede sopratutto ma erano troppo belli i riflessi nel’Orlo stamattina quando il contadino andava a pascolare. Di solito ha poco acqua, quel ruscello e di solito e torbo, terroso dopo le piogge; limpdio così sarà solo finché ripiove.

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