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Mese: Aprile 2007

Cosa fare con i soldi

Un intervista a Mark Shuttleworth, il fondatore e finanziatore di Ubuntu, la distribuzione Gnu/Linux che usa il contadino con piacere. Quando fai una azione con carta di credito su internet ai forse notato la dicitura “verified by verisign”: ecco, lui ha sviluppato parte di questa tecnologia, la venduto e ha fatto miliardi.

Ubuntu still does depend on continued funding from me. I think it’s a very efficient way for me to spend money and have a philanthropic impact. There are millions of people who now have access to technology thats reliable and thats free. And that’s an empowering thing which they can use to start businesses or learn about technology, become developers.

Ubuntu ha sempre ancora bisogno di sostegno materiale da me. Penso che questo è un metodo molto efficiente per me per spendere soldi e di avere un impatto filantropico. Ci sono milioni di persone che ora hanno accesso ad una tecnologia affidabile e gratis/libero. E questo è un contributo che gli mette in grado di usarla per cominciare un impresa o imparare la tecnologia stessa, possono diventare sviluppatori.

Si coglie l’occasione di segnalare il post “Verso Linux in dieci passi semplici” (link corretto). Pare che molte persone installano (K)ubuntu per i loro genitori: Non beccano robaccia, l’essenziale come mail, web e documenti funziona bene e il sistema si può bene amministrare a distanza.

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Pascolo vagante

Il contadino è affascinato dal mondo antico della pastorizia, scoperto tramite un commento al qui post sotto. Un gregge vero, non una trentina come qui. E le pecore più sono meglio si sentono. E spera solo che piova, per i pascoli soipratutto, non soloper le centrale idroelettriche.

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Siamo avanti

Oggi il contadino ha finito (quasi) la potatura degli ulivi e come tutti gli anni quando scende dalle piante o rama la vigna o prova se parte (parte) la BCS per tagliare il fieno. Solo che gli altri anni questo era intorno al dieci di maggio, vuol dire la natura è avanti di due settimane. Per fare un paragone: Nel 2003, l’annata della siccità e dei blackout d’aprile pioveva bene e l’otto c’era una bella gelata.

E l’alternanza degli ulivi pare sempre più accentuata, sarà certamente un anno magro, il 2007: Pocchissima migna.

Olio per anno:

2001: 291 kg
2002: 189 kg
2003: 90 kg
2004: 790 kg
2005: 245 kg
2006: 795 kg

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DIVIETO

Questa idiozia di vietare le lampade a incandescenza dopo l’Australia arriva ora in Canada. Il clima cambia ma cambiare le lampade cambierà poco. Allora perché non un divieto per la carne o per le macchine? Perché non sarebbe un affare, anche, e costerebbe veramente. Come si vede il contadino è poco convinto della teoria di colpevolezza del Co2 e dell’effetto serra. Groenlandia si chiama così perché era verde (greenland) e abitato dai ViKinghi fino il 1300. Cambiamenti climatici c’erano sempre ed erano anche veloci. Ed erano il motivo per tanti migrazioni.

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Tutto regolare

Oggi sono arrivati i gruccioni, in tedesco Bienenfresser, cioè “mangiatori di api”. 15 anni non c’erano mica, qui. L’apicoltore tutte le sere porta via una ventina di arnie verso le montagne al pascolo di acacia e castagno; tra poco saranno rimasti solo un ottantina dei 300 sciami nuovi. Un terzo morirà, un terzo servirà a lui e un terzo lo venderà.

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Rizzati e firma

In questi giorni dove in Francia si gioca per l’ennesima volta il gioco di speranza e delusione – inevitabile finché non portano idee veramente nuove tipo la separazione definitivo di lavoro e reddito (reddito di cittadinanza) e l’abolizione di tutte le tasse (e quindi anche l’abbassamento del costo del lavoro) rimpiazzate da un IVA magari al 100% che tassa solo i soldi quando vengono spesi (combinato con un meccanismo che impedisce l’acrescimento esponenziale dei redditi sugli capitali) diamo almeno una mano a qualcosa di concreto:

In questi giorni la petizione per il ripristino del voto di preferenza ha raggiunto il primo centinaio di firme. E’ ancora troppo poco, data l’importanza dell’argomento, e vi chiedo di fare uno sforzo per divulgare l’iniziativa: se riusciremo a far partire il domino del passaparola potremo ottenere ben altri risultati.
Il voto di preferenza è uno strumento necessario per i cittadini per poter scegliere il candidato della lista che verrà eletto. Basta questo ed un po’ di informazione per ripulire le liste elettorali dai personaggi impresentabili, per ringiovanire il parlamento e selezionare le persone più degne come nostri rappresentanti.
L’indirizzo per leggere e firmare la petizione è http://www.petitiononline.com/PREFER/petition.html, speditelo via email ad amici e colleghi!

Per ulteriori informazioni:
Petizione per il ripristino del voto di preferenza

Il contadino extracomunitario non può firmare purtroppo.

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Mega

130 milioni costa il più grande impianto fotovoltaico in costruzione vicino Lipsia in Germania con 550,000 panelli che su 110 ha produrranno 40 milioni kwh di energia all’anno , l’equivalente del consumo di 10,000 famiglie (tedesche, non africane, si suppone).

Al contadino piacciono le cose piccole distribuite localmente sui tetti e non sui campi, ma visto che l’impianto nascerà su un areale di un aeroporto militare dismesso fa un eccezione.

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Ora è ufficiale

Siccità – si ripropone la foto di qualche post fa. Tra i vizi nuovi del contadino c’è quello di portarsi dietro il lettore mp3 con la radiolina, e così passa le giornate con Radiotre sopra gli ulivi. Oggi hanno detto che c’è emergenza siccità e domani Pecoraro Scanio chiederà lo stato di emergenza, che tapperanno i buchi della reta idrica e che vogliono prendere della corrente all’estero (pare che almeno in Svizzera lo stile della stagione è identico – fa paura. E se agli francesi basterà l’acqua quest’estate per raffreddare le centrali nucleari è da vedere). Poi c’era un professore di economia che spiegava che questo non è grave per il PIL perché l’agricoltura ne contribuisce solo pochino.

Deve essere buono, il PIL, da mangiare, con olio e sale magari.

Mentre in Australia hanno deciso di pregare.

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Giornalismo

E’ un doppio disastro, questo storia delle api che si smarriscono per colpa dei telefonini. Doppia perché i giornalisti, poverini, che come tutti noi non hanno mica più tempo per lavorare bene e copiano tutto senza consultare le fonti (e farsi anche un ragionamento: perché le api in America si smarriscono solo ora mentre i telefonini è un bel po che ci sono?).

Primo una piccola rassegna stampa poi si va allo studio famoso tedesco.

La Stampa:

Sono i telefonini a uccidere le api?

Non è ancora chiaro quali siano gli effetti dei telefonini sull’uomo. Ma per quanto riguarda le api, forse si può iniziare a parlare di sterminio di massa. E’ l’ipotesi formulata dai ricercatori dell’istituto di scienze naturali dell’università di Landau, secondo i quali le radiazioni emesse dai cellulari potrebbero essere le responsabili della progressiva moria nelle colonie di api che si sta verificando ormai in tutto il mondo (e per la quale è stata coniata la definizione “Colony Collapse Disorder”).

Gli studiosi dell’università tedesca hanno sottoposto alcune arnie alle radiazioni elettromagnetiche prodotte da dispositivi di telefonia mobile. In alcuni casi, fino al settanta per cento delle api uscite alla ricerca di polline non ha fatto più ritorno.

Il titolo senza congiuntivo del Corriere:Api disorientate dai telefonini

La nostra passione per la telefonia mobile potrebbe essere la causa della misteriosa scomparsa delle api impollinatrici.

L’Espresso urla:
Una strage di api, colpa dei cellulari

Poi non è che i blog sono meglio:

Le onde della telefonia cellulare rendono le api incapaci di ritrovare la strada di casa, portandole a morire lontano.
Questa teoria e’ stata sperimentata da una ricerca dell’università tedesca di Landau, in cerca della causa del Colony Collapse Disorder, ovvero della misteriosa epidemia che ha sterminato le api negli Stati Uniti e che comincia a far danni anche in Europa.
L’esperimento consisteva nel mettere un cellulare vicino ad un’arnia: le api se ne allontanavano senza fare ritorno, lasciando la regina e le operaie addette alle pulizie senza rifornimenti di cibo.

Allora, questi laborosi studiosi tedeschi, cosa hanno fatto davverò? Lo studio risale al 2006, il telefonino era una stazione base DECT (Thomson Deriva a 155) in standby, quindi un cordless. Hanno preso 15 api a arnia, li hanno marcati, portati lontano e lasciati andare, rigorosamente scientifico ma un po’ lontano dalla natura, visto che un terzo si è smarrito sempre: 293 api (63,0%) non esposte alle onde e 229 (49,2%) api irradiati ritrovarono l’arnia. Pare che nessuno ha letto neanche l’abstract in inglese (o solo per ricavarci la cifra di 70% delle api che non ritornano che spunta in qua e in là):

This presented data is based on earlier studies from 2005, which showed significant differences in returning for the radiated bees, in some cases up to 70% loss compared to the non-influenced ones.

Quindi questo era nello studio prima. Nella discussione finale gli autori dicono

Im Vergleich zur Pilotstudie fallen die Ergebnisse der Folgestudie uneindeutiger aus. Es kann allerdings wiederum ein deutlich überzufälliger Unterschied zwischen bestrahlten und unbestrahlten Völkern im Rückfindeverhalten beobachtet werden.

Paragonato allo studio preliminare i risultati sono meno evidenti, ma si si può constatare una differenza evidente “sovracasuale” (nel modo di ritornare tra le api irradiate e le altre.

Il giornale inglese L’Indipendent dal quale tutti hanno copiati (e tradotto male anche) pare più che altro indipendente dalla verità. L’autore dello studio è molto cauto su questi primi risultati e loro invece:

Scientists claim radiation from handsets are to blame for mysterious ‘colony collapse’ of bees
[…]
éNow a limited study at Landau University has found that bees refuse to return to their hives when mobile phones are placed nearby. Dr Jochen Kuhn, who carried it out, said this could provide a “hint” to a possible cause.

Dal inglese all’italiano “mobile phones” diventa “telefonino” invece del originale cordless. Ma la notizia “cordless ammazza api” sarebbe meno gustoso.

Fazit: Se molte delle notizie nascono con questo metodo la stampa e i telegiornali sono più fiction che realtà.

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