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A proposito di incendi

Con quella pioggerella qua fuori non è certo facile di immaginarsi gli incendi. Ma due cose il contadino lo vorrebbe dire lo stesso, visto che si fa un gran parlare di misure, di più soldi per la prevenzione; ha sentito pure parlare di un miliardo da inserire nella finanziaria prossima.

E’ successo una sera di agosto, più di dieci anni fa. Lui era a pulire l’erba secca sotto gli ulivi e a un certo punto vide una colonna di fumo. “Sarà mica il fiorentino a bruciare erba tagliata sulla strada davanti casa sua? Se sì è malato di mente sodo” , si diceva. Da dov’era vedeva male e aveva solo le forbici e una falce con sé. Corse a casa, e dalla stalla vedeva bene invece: era il ciglione in fiamme, alte quasi come i cipressi accanto.  Prese il motocoltivatore, buttò sopra una zappa, la roncola e una pala e partiva a tutta palla (non avevano pure il telefono in casa a questi tempi ttranquilli e felici). Per farla breve: e riuscito a spegnere le fiamme che, spinte da un marino leggero verso una pineta, mangiavano l’erba secca sul ciglione sotto la casa. Sopra c’erano quattro fila d’uva fresate: poteva buttare terra sul fuoco che avanzava e in  cinque minuti era spento tutto.

Siccome questa casa si vedeva bene dal paese e pure dallo stradone pensava di incontrare i pompieri che sicuramente erano stati avvisati da qualcuno. Invece niente. Nessuno ha visto il fuoco e il fumo, alle otto di sera di quell’agosto.

Morale uno: Una campagna pulita brucia male mentre campi abbandonati (“in riposo”…), stoppie non lavorati, uliveti lasciati sodo (o solo con l’erba trinciato tra le piante) non sono certo una barriera per le fiamme.

Morale due: Una campagna abitata e vissuta brucia male anche quella; gente che sta in ville dietro siepi non vedono bene.

Detto questo il problema è lo stesso come in caso contrario, quello delle frane e allagamenti: l’abbandono delle terre. E visto che non è facile di porre rimedio l’unica cosa forse sarebbe di usare le tecnologie satellitare un po’ meno per scopi militari e un po’ di più per individuare in automatico gli incendi appena nati e di avere mezzi e forze d’intervento rapidi e ben distribuiti sul territorio. Magari inserendo (e pagando) gli agricoltori per tenersi pronti.

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3 commenti

  1. Loste 24 Agosto 2007

    Tu ci sei nato e ci hai vissuto tanto. Io ci ho vissuto meno e ci vado ora solo in vacanza. Mi dici perfavore quando hai visto l’ultimo incendio boschivo in Svizzera? A me non è mai capitato di vederne uno !
    Stammi bene, piove e, a parte per la vendemmia, la cosa va bene, speriamo in un inverno Serio.
    Ciao Loste

  2. gerardo 24 Agosto 2007

    Lei dà troppa importanza alle cose pratiche. “In principio era il Verbo”:il Piano Strategico Europeo per lo Sviluppo Rurale che generò il P S Nazionale che generò il P S Regionale che generò il P S Provinciale che partorì il P S Comunale che con associazioni e consorzi provvederà a ripopolare e presidiare le campagne. I piromani rimasti disoccupati potranno sempre passare il tempo a dar fuoco alle migliaia di tonnellate di cartacce sin qui prodotte.

  3. ste 25 Agosto 2007

    @Loste: Nel ticino ci sono e ho visto (dal treno) bosco bruciato. Per il resto è spesso troppo bagnato. Ed è un paese stretto con mille occhi dietro le tendine; prova di bruciare un po’ d’erba tagliata quando c’è il divieto e dopo 1o minuti arrivano i vigili. Per questo e per natura gli Svizzeri hanno un vigile quasi interno…

    @Gerardo: Grazie per la risata (amara)!

Commenti chiusi.

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