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4 commenti

  1. Laqualunque 17 Novembre 2012

    e tu ste ci credi a questi pennivendoli di regime??
    e lo so a piu di uno farebbe piacere ritornase il default
    sono li che aspettano come dei sciacalli!
    a come si viveva bene prima in argentina! e meraviglioso
    come la gente ha poca memoria(o fa finta di non ricordare)solo per interessi

  2. gio 20 Novembre 2012

    Purtroppo per gli argentini è la reltà che presenta il conto; un paese condannato a subire un populismo dopo l’altro.

  3. Barbara 25 Novembre 2012

    ho vissuto 5 anni a Buenos Aires, da fine ottobre 1989 a fine dicembre 1994. Decisamente non è stata un’esperienza positiva sotto nessun punto di vista.
    Ora stiamo vivendo in Italia una minima parte dell’atmosfera che si respirava li. E’ un paese troppo oscillante che mi destabilizza … come destabilizza la sua popolazione. Sinceramente non riesco ad individuare un periodo in cui ci si viveva bene. Ho amici (sessantenni della classe benestante perchè pagati moneta straniera)nati li, che si lamentavano sempre di come fosse difficile vivere in un paese che non da nessuna sicurezza…. noi siamo su quella strada; anche se ancora lontani…

  4. fausto 2 Dicembre 2012

    Stavolta un eventuale crack cambierebbe tutto. Ci torneremmo a trovare una cortina di ferro: noi da una parte e loro dall’altra. Il guaio è che loro hanno le risorse, e noi abbiamo i foglietti di carta filigranata.

    Gli argentini questa cosa l’hanno capita bene, e sanno che alla fine i limoni, la soia, la carne e le partecipazioni alle loro compagnie di servizi sono per noi insostituibili. Il loro gioco ora è quello di minacciarci, e lo possono fare. In pratica attendono che a fallire siamo noi: questo risolverà i loro problemi, o almeno quelli relativi ai debiti denominati in valuta estera. Non risolverà i nostri problemi però.

    Il presidente americano è stato astuto, si è schierato con loro: così ha evitato guai peggiori. E’ solo una pezza temporanea.

Commenti chiusi.

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