Premi "Invio" per passare al contenuto

Finita

Non sono forse al corrente della situazione, ma l’agricoltura convenzionale (quella usa i fertilizzanti ricavati dall’aria tramite il petrolio) finisce insieme al petrolio stesso tra ~50-70 anni, senza proroga.

“Questa è una delle tecnologie più sicure che abbiamo mai visto, anche più sicura dei prodotti biologici, ambientali e di tutto ciò che è di moda in Europa!” Peter Brabeck ritiene che le piantagioni di cibo “biologico”, che producono rendimenti inferiori degli OGM, sono un privilegio, “per coloro che possono permetterseli”.
E contesta l’idea, degli oppositori agli ogm, che il biologico possa offrire risultati superiori con un consumo energetico ridotto.

Che tristezza, che la logica l’ha introdotta Aristolele o chi era 2000 mila anni fa.

13 commenti

  1. andrea 26 Giugno 2008

    Ciao,
    sono sempre andato in campagna, in mezzo agli ulivi e mangiato frutta dalle piante, ma se devo comprare frutta nei negozzi, preferirei che fossero OGM piuttosto che piene di veleni.
    Per quanto riguarda il biologico ben venga anche con costi leggermente superiori, ma leggermente, non a costi spropositati.

  2. Nicola 26 Giugno 2008

    @ andrea – si, sono convinto anch’io che sia meglio non sapere cosa sto mangiando piuttosto che sapere che è stato trattato con diserbanti… così come sono convinto che sia meglio non scoprire che mia moglie ha un’amante e sta complottando per eliminarmi ed intascare l’eredità (una fiat panda del 1992 attualmente con problemi alla marmitta). Sai il gusto della sorpresa! 🙂
    Nicola

  3. andrea 26 Giugno 2008

    @ Nicola
    Non si tratta di non sapere cosa stò mangiando. Tutto quello che finisce sulle nostre tavole “teoricamente e controllato”. Allo stesso modo una volta eseguiti controlli gli OGM perchè no. Di sicuro potessi mangiare tutte cose naturali sarebbe meglio. Gli incroci si sono sempre fatti nelle coltivazioni, se ora si riesce a farli mirati non capisco bene quali sono le paure. Sembra un pò il discorso di non usare il forno a microonde perchè fa male. Credo che la paura sia nel nuovo e ti assicuro che non farei niente che possa far male ai miei figli.
    Cordialmente

  4. Nicola 26 Giugno 2008

    … sottolineo solo che un’OGM è un po’ diverso da un’incrocio selezionato normale e che le possibilità di problematiche correlate agli OGM sono a lungo termine e quindi di difficile valutazione da parte di qualsivoglia ente. Da qualche parte Ste dovrebbe avere un post sulle api e gli ogm in germania se ricordo bene. Comunque scusami, non volevo essere polemico… m’è scappata la battuta.
    Trovato il post https://www.vogliaditerra.com/a.....etiva.html
    Chiedo anche scusa a Ste per “l’invasione”…
    Saluti 🙂

  5. ste 26 Giugno 2008

    Ciao,
    sono sempre andato in campagna, in mezzo agli ulivi e mangiato frutta dalle piante, ma se devo comprare frutta nei negozzi, preferirei che fossero OGM piuttosto che piene di veleni.

    Le uniche applicazioni degli Ogm sono per ora le resistenze al diserbo totale per mangimi (mais, soja)…

  6. andrea 27 Giugno 2008

    Non preoccuparti, nessuna polemica, come ho già detto magari potessi mangiare tutto naturale.
    Penso che se una pianta venga modificata g, ed in questo modo non si deve riversare veleno per alcuni parassiti, allora credo che gli OGM non siano la soluzione, ma almeno il male minore.
    Grazie al contadino pr questo spazio che ci offre per confrontare le idee.

  7. mattia 27 Giugno 2008

    ogm qua ogm la , e’ solo questione di modificare dei geni , ma che prob c’e’ !?

    nessun prob. apparte mettere geni animali nelle piante ..e’ la cosa piu’ naturale che ci sia ..

    Peter Brabeck dice che in america si consumano da anni ogm e prob. non se ne riscontrano.

    vedendo quello che fanno a me vien da pensare al contrario e che gli ogm influiscano molto .

    ma il prob. non c’e’ , stiamo cercanto di modificare i geni all’ uomo , figuriamoci se interessano i geni delle piante !!!!

  8. silviu' 27 Giugno 2008

    Solo per ringraziarti di esistere, Ste.
    Ho scoperto un delizioso orto di carta…
    Si frequenterà spesso e volontieri (sì, volontieri)

  9. giovanni 27 Giugno 2008

    Ricordatevi: solo l’agricoltura biologica e solo quella biologica è controllata in Italia.
    Quella convenzionale viene monitorata solo quando succede qualcosa di grave.
    Però l’agricoltura biologica ha bisogno di mentalità diversa e approccio mentale coraggioso.
    Il costo aggiunto al prodotto biologico è giustificato anche dal fattore etico incluso.

  10. Aldo 28 Giugno 2008

    Giovanni, la mia impressione è che l’agricoltura biologica sia controllata solo sulla carta. Ad esempio, nella mia zona esiste una “oasi ecologica” d’una nota ditta produttrice d’omogeneizzati per bimbi… direttamente a ridosso d’un colorificio che ha più volte dato problemi per le sue emissioni non propriamente “amichevoli”. Inoltre, non credo siano rari i casi di agricoltori che operano in regime di biologico e che acquistano prodotti non biologici per rivenderli come propri (un po’ come fanno quei gestori d’agriturismo che tenendo due polli in cortile fingono d’avere una produzione propria [per aggirare il fisco], ma poi non sono che comuni ristoranti che comprano i loro ingredienti al supermercato).

  11. Nicola 28 Giugno 2008

    Sono convinto che, come tutte le certificazioni, il “biologico AIAB” soffra del clima di sfiducia generalmente percepita (e per molti versi giustificata) la soluzione potrebbe essere superare i GAS con i GPS (?!) Gruppi di Produzione Solidali. Ogni famiglia o individuo adotta una cascina/fattoria, copartecipa agli investimenti è ne ha una resa in prodotti (magari dando una mano ognitanto…)a quel punto ci si riappropria della propria sovranità alimentare, si salvano un tot di piccole fattorie che non riescono più a tirare avanti ecc… ecc…
    L’idea non è originale ma copiata dalle CSA americane e dai Teikei giapponesi ( e da alcune realtà italiane)
    …Grazie Silviù… (imbarazzo)

  12. giovanni 29 Giugno 2008

    @Aldo e Nicola
    Perfettamente d’accordo con voi.
    Purtroppo, da produttore bioogico quale sono, ho sempre contestato a forte voce il fatto che i controlli in agriboltura biologica siano sempre formali, cioè su carta e soltanto su carta (esempio: viene l’ispettore, controlla le fatture, da una guardata al magazzino e dice che tutto è a posto. Conclusione: chi mi dice che non ho comprato il sistemico con lo scontrino e l’ho distribuito in campo???) e non sostanziale (vado in campo, prelevo campioni di frutta e controllo i residui…).
    Il problema è che le regole ci sono, ma è quasi impossibile applicarle (es. i costi).
    Già la fidelizzazione del cliente è un passo avanti: il cliente si fida di quel che gli dici e gli dai.

Commenti chiusi.

Pure qui si usano dei cookie... Maggiori informazioni

Questo sito utilizza i cookie per fornire la migliore esperienza di navigazione possibile. Continuando a utilizzare questo sito senza modificare le impostazioni dei cookie o cliccando su "Accetta" permetti il loro utilizzo.

Chiudi