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Oggi in rivolta:

I pastori – da ieri si può sentire la parola pecora nel radiogiornale, insieme di altre parole dei presidenti di Coldiretti e CIA. Domani forse i metalmeccanici, dopo domani i precari nelle scuole, poi operai di un stabilimento FIAT e così via e non ottengano mai niente a parte di promesse e un piccolo cerotto sociale se va bene.

Prima hanno voluto la globalizzazione, la concorrenza e hanno predicato i vantaggi e adesso si lamentano che il formaggio prodotto in altri paesi costa meno (d’accordo, non va bene venderlo come “italiano”, ma in fondo erba è erba, pecora e pecora e formaggio formaggio in tutto il mondo).

Il problema di fondo è sempre il solito: il modello di pagare le ore di lavoro o tramite il prezzo (fissato su scala globale) dei prodotti gli agricoltori non funziona più. Non viviamo di soldi, ma di beni e i beni essenziali ci sono per tutti qui mentre i soldi sempre di meno, quindi una politica intelligente deve cercare di ripensare tutto il modello del nostro reddito che siamo in grado di acquistare i beni essenziali. Non si va avanti toppando di qui e di qua, salvando industrie obsolete per qualche mese, incentivando la vendita di auto o qualcos’altro, secondo chi grida più forte o chi ha più potere. Sono tutti soldi buttati, bisogna darle alle persone direttamente e il resto farebbe veramente il mercato, e chi tiene le pecore può tenerle, e chi fa il fabbro può farlo.

5 commenti

  1. davide 7 Settembre 2010

    Rieccomi per la seconda volta a distanza di pochi secondi. 😉
    È vero, non viviamo di soldi… viviamo anche di simboli.
    Se vivi solo di simboli e di significati aggiunti, di un bene materiale molto importante (come l’acqua, il latte, ecc.) non ne capisci il valore. Magari sei dispoto a spendere 1 euro per il gatorade – che è acqua con qualche sale minerale, ma ha il disegno di una freccia, una headline che ti suggerisce uno stile di vita a cui vuoi appartenere – mentre vorresti pagare il latte a 50 centesimi al litro! Magari ti compri i bastoncini per camminare – non so quanto costano, ma riesco ad immaginarmelo – però il formaggio non lo vuoi pagare così tanto, perché non ne capisci il valore, non ha un significato simbolico aggiunto, non puoi ritrovarci uno stile di vita. Mentre se bevi acqua minerale – non quella del rubinetto, che in certe città è sicuramente migliore e ha molti controlli più della minerale – perché se bevi acqua minerale… si vede!
    Ma cosa si vede?
    Va bene, mi fermo qui…
    A presto,
    Davide

  2. ste 7 Settembre 2010

    Questo aspetta c’entra sicuramente nella commercializzazione di prodotti come “italiani” sia nell’estero sia qui. Sono convinto che un consumente americano che assaggio un formaggio “italiano” lo trova migliore di un altro, anche se sono identici. Effetto placebo insomma. E tutti a cercare vendere alimentari “italiani”, in prima linea i produttori italiani stessi, basta vedere quanta olio d’oliva o grano duro entra e esce.

    Siamo stati abituati che il nostro cibo deve costare poco e i prezzi (quelli pagati ai produttori) sono gli stessi di 30 anni fa – quando noi si vendeva il latte la pagavano 1400 lire, 15 anni fa – mentre tutto il resto ha almeno raddoppiato.

  3. DonPedro 7 Settembre 2010

    Sottoscrivo ogni tua parola Ste!
    E, ingenuo, sono ancora convinto che non sia troppo tardi per cambiare.

  4. ste 7 Settembre 2010

    E la famosa “società civile” che deve avere le idee e la coscienza e la politica esegue dopo com’è sempre successo. Nessun politico ha mai proposto il diritto di voto per le donne o la pensione a tutti. Il vento deve venire da noi, e loro aggiusteranno i veli per chiapparlo.

  5. davide 8 Settembre 2010

    Condivido appieno la frase di ste:
    “il vento deve venire da noi”
    Ciao,
    Davide

Commenti chiusi.

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