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Sulla delicata questione se mangiare il gatto e se sì come

Stranamente una notizia che muove molto il mondo è la faccenda della ricetta per i gatti di Bignazzi, il contadino stesso l’ha letto sul feed del ARD tedesca. Quando era giovane e mancava un gatto nel quartiere girava voce che erano gli italiani a averlo mangiato. Ora qui forse sono i rumeni i colpevoli, ogni popolo deve avere i suoi barbari.

A parte che Bignazzi ha completamente ragione se dice che sostanzialmente non c’è differenza tra uccidere un finocchio, un maiale o un gatto per cibarci – si uccide sempre un essere vivente – il fatto è che noi di solito non mangiamo animali carnivori, ma animali vegetariani.

Niente volpi, lupi, cani e gatti sul tavolo e l’eccezione della regola sono gli maiali (se ci casca un pollo sparisce in 5 secondi) e gli polli, con un breve intervallo nel quale anche le mucche mangiavano carne, intervallo finito piuttosto male per noi e loro.

8 commenti

  1. Joe 19 Febbraio 2010

    Sono vicentino -> magnagatti.
    Storicamente, Vicenza è ricordata ovunque per questa caratteristica culinaria, che comunque veniva praticata ovunque, dettata dall’estrema povertà del veneto fino ad una 70ina di anni fa. Si. il veneto era poverissimo, e pensare che all’inizio del secolo (1900) la gente moriva di fame è inpensabile ma succedeva.
    Alcuni anni fa, ospite di conoscenti bergamaschi, la padrona di casa mi accolse con il classico epiteto “Magnagatti!”, per poi accompagnarmi vicino al freezer e tirando fuori un gatto già frollato e pronto da cucinare, tra risate e lazzi.

    Ora, fare i moralisti sui gatti e non sui conigli, sugli animali che mangiano solo verdura, quelli che mangiano ghiande ma non hanno pelo e quelle che muggiscono ma sono a macchie bianche e nere non serve a nulla.
    Pensare di mangiare uno dei miei 4 gatti è impensabile, come lo è mangiare una delle mie galline. Conigli non ne tengo, perchè non me la sento di mangiarmi uno degli ospiti a casa mia. E’ vero anche che è ipocrita aiutare a macellare un maiale, mangiandone poi le carni solo perchè non è mio e non l’ho ucciso io… Ma siamo degli ipocriti, tutti, dal primo all’ultimo.

    Suggerisco a tutti di farsi un giretto ad un macello, e sentire solo i rumori. E poi farsi un giretto in qualche fattoria, quando “xe el periodo de far sù el mas-cio”, e capirne la differenza: quel minimo di virgolette RISPETTO virgolette che si applica nel triste rito.

    Secondo me, l’unica cosa, che sia gatto, mucca, maiale, che mangi erba, verdura, topi, crocchette o che sia, è rispettare la vita di tutti. E se devi uccidere, PER MANGIARE, fallo con rispetto.

    (ed allora cosa dovrei dire ai vicini che mi han fatto fuori 8 gatti negli ultimi 5 anni? O il gatto che torna a casa, fa 5 giorni di agonia per avvelenamento da stricninca perchè nella fattoria vicina odiano i gatti? O il cane decapitato e buttato in fondo al campo perchè abbaia e dà fastidio?)

  2. ermanno 19 Febbraio 2010

    nelle campagne della bassa bresciana (ma credo un po’ ovunque in “padania” c’è (c’era ?!?!) la tradizione di uccidere il maiale in autunno. Tra i miei ricordi piacevoli ci sono senza dubbio i sapori dei salumi fatti in casa che chi mangia solo cose da “macello industriale” non si immagina nemmeno; tra i ricordi spiacevoli ci sono i versi degli animali che iniziavano ad agitarsi e ad urlare alla sola vista del macellaio, urla disperate di un qualsiasi condannato a morte.

  3. Geppetto 19 Febbraio 2010

    Se uno guarda bene, vede che l’uomo e la donna raccontano un sacco di menzogne agli altri ed a se stessi. Finanche colossali. Molte volte non se ne rendono neppure conto.
    Sembra che vi sia un vantaggio evolutivo in questi meccanismi, cioe’ sia la menzogna, sia l’autoconvincimento di non mentire.

    Non vedo propria nessuna ipocrisia: ti procuri da mangiare, per sopravvivere, e scegli il modo di farlo.

    Tutta ste’ fregnacciate delle remori morali e’ totalmente esagerata in questo caso.

    La natura vuole le specie animali, tutte, assassine per sopravvivere.

    Tenere un gatto, ohhh!!! il mio gattino, vuol dire decretare
    la morte di tutti quegli altri animali che quello se magna. Eh! si, per il mio gattino solo il meglio: il pate’ di pollo, ma solo quello della marca x, quello di coniglio ma della marca y e di manzo no il pate’, vuole solo i bocconcini.

    MA FATEMI UN PIACERE !!!

  4. barbara m. 19 Febbraio 2010

    a me pare che siamo tanto ma proprio tanto ipocriti.

    che forse la ciccia nella vaschetta già pronta del supermercato non è di un animale che ha sofferto prima di morire? sono stata una volta per lavoro (secoli fa) in un macello di polli e proprio non ce l’ho fatta, sono dovuta scappare allla vista di tutte quelle migliaia di quasi-pulcini in attesa di morire.
    si può discutere sul come della morte – e in quel modo lì è peggio di quella di un pollo preso felice dall’aia e dopo 10 secondi spennato – però la morte è sempre brutta.

    che forse polli, conigli, tacchini, agnellini, vitellini non sono bellissimi animali a volte forse più belli dei gatti? perchè loro sì e i gatti proprio no?

    quando la pancia era vuota davvero si mangiava anche Fuffi, dov’è lo scandalo ad averlo ammesso? adesso facciamo tanto i sofisticati (della serie: ah il maiale mai perché puzza!), ma lo vedresti con un po’ di fame VERA, come passerebbero le sofistificazioni!

  5. Bucarestino DOC 19 Febbraio 2010

    “Ora qui forse sono i rumeni i colpevoli…”

    Ma davvero !? È noto che siano gli italiani a magiare gatti e ratti. Chiedete ovunque nel mondo, vi diranno tutti la stesa cosa: gli italiani hanno la famma di mangiare cibo che agli altri fa schifo.

    Altro che romeni.

  6. Joe 19 Febbraio 2010

    Concordo con il bucarestino, in croazia centrale noi italiani siamo i “mangia rane”… E gli allevamenti di lumache sono ad esclusivo uso dei ristoranti dalmati, specialmente per clientela italiana.

  7. massimo 19 Febbraio 2010

    @bucarestino DOC: Non sono l’interprete ufficiale di Ste, ma credo che tu abbia frainteso il riferimento ai romeni.

    In effetti non mangiamo carnivori, propriamente animali che si nutrono solo di carne; il cane, che i cinesi da sempre equiparano al maiale – vedi Mencio – è un onnivoro, come il maiale appunto (e come l’uomo!)
    I tabu alimentari non sono ipocrisia ma sono un riflesso della civiltà in cui si vive, come le formule di cortesia, le feste, le tradizioni ed un mucchio di altre cose che mi piacciono.

  8. meeme 27 Febbraio 2010

    Questa non l’avevo mai sentita, è una news di ieri sera.
    Sulle colline qui intorno nel secolo scorso si davano ai bambini i pidocchi in palline di carta da buttare giù, nel senso di mangiare.
    Come aiuto agli organi che hanno a che fare col sangue,
    fegato ecc.
    La credenza era di tipo “omeopatico”, veleno attenuato contro veleno.
    Si mangiavano non i propri, ma i pidocchi degli altri, come fanno le scimmie.
    Magari il loro istinto non è socializzante come viene interpretato, ma curativo.

Commenti chiusi.

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