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Chi è senza peccato…

Che i pesticidi sono sostanze un po’ difficile si capisce subito se si sa che originano dai gas nervini. Una volta finita la guerra qualcosa bisognava pure far con i veleni sviluppati come armi: diserbanti, insetticidi e fungicidi per uso domestico ed agricolo. Secondo Francesco Panella, presidente dell’Unaapi (Unione nazionale associazione apicoltori italiani) c’era una strage di ape questa primavera per colpa della concia del seme di mais.

Ed ecco la dinamica della strage, così come la ricostruisce Panella. Il mais, insieme al grano, sta diventando sempre più redditizio, e dunque per i contadini che praticano l’agricoltura convenzionale “è diventato conveniente cercare di ottenere rese maggiori conciando le sementi con i neo nicotinoidi, che sono principi attivi neurotossici. Quest’anno fino a giugno c’è stata una siccità inusuale, e le seminatrici pneumatiche hanno sollevato e sparso la polvere contaminata con cui sono stati conciati i semi. Sempre per la siccità, le api si sono abbeverate con la rugiada, a sua volta contaminata dalla polvere”. E sono morte.

Se è vero (e qui qualche perplessità c’è, per esempio che nessun contadino concia il seme da sé, se la comprano belle pronto dalla Monsanto e compagni; su campi nudi di terra non c’è mai una sola goccia di guazza, quella la prendono sull’erba e sarebbe interessante da sapere se la concia ha cambiata rispetto agli anni precedenti) è grave sì. Ma gli apicoltori sono uguali ai coltivatori: costretti dal sistema a produrre sempre rese maggiori per campare usa(va)no veleni a tutto spiano anche loro (Anni di lotta alla varroa hanno accumulato nei fogli cerei residui di amitraz, fluvalinate e coumaphos: sono le molecole dei principali prodotti utilizzati, che oltretutto essendo alcuni liposolubili si trovano anche bene nella cera e possono persistere per anni), basta chiedere ai apicoltori convenzionali cosa spruzzano dentro le casette contro la varroa per esempio e quanti antibiotici pure.

Quindi piano con le accuse per favore. Se da una parte i campi sono pieno di veleni dall’altra parte le api sono molto indebolite anche loro dai loro allevatori. Steiner disse cento anni fa se gli apicoltori continuerebbe così con la selezione (incrociando le api con regine asiatiche per esempio) tra cent’anni non ci sarebbero più ape.

Se si vuole un colpevole ii tutti modi: è l’idea fatale umana di crescita quantitiva. Sempre di più, sempre più veloce senza avere una vista dell’insieme, delle connessioni.

3 commenti

  1. Maria Ferdinanda 5 Settembre 2007

    Ciao Ste, sulla faccenda della crescita quantitativa e delle malefatte degli apicoltori sono perfettamente d’accordo con te. Solo una cosa: se segui il link, la catena di casualità sarebbe: siccità, polvere contaminata dalla concia sparsa ovunque dalle seminatrici pneumatiche del mais, rugiada contaminata formatasi ovunque (non solo sui campi seminati di fresco), api costrette dalla siccità a bere la rugiada, api morte. E l’abitudine a conciare in questo modo barbaro la semente del mais avrebbe preso piede solo quest’anno, per via dell’aumento del prezzo dei cereali e con la speranza che una resa maggiore compensasse con gli interessi la maggior spesa della concia. Poi, non so. Io sono una cittadina qualsiasi, mentre tu vivi sui campi…

  2. Silvio 5 Settembre 2007

    Beh, un tre mesi orsono, per due o tre giorni sul web è rimbalzata la notizia che in USA il 40% (e forse più) delle api era scomparsa, con le più diverse teorie (divertente quella che era colpa dei telefonini). Quest’estate ho conosciuto un apicultore marchigiano (itinerante) decisamente simpatico. Siccome fra poco la scorta riportata a Milano (in treno, con figli e bagagli…) è agli sgoccioli lo chiamerò e questa cosa gliela devo proprio chiedere. Poi ti saprò dire.

  3. ste 5 Settembre 2007

    Sulle ape americane è venuto fuori che probabilmente non c’è una causa concreta; pare che è un indebolimento generale causato da multipli fattori che hanno attivati virus presenti da sempre ma ora le api non potevano più diffendersi.

    Maria: Se la concia è nuova non lo so, il seme è sempre conciato e non lo sono gli agricoltori ma le ditte sementieri a farlo. La seminatrice lascia il seme dietro al trattore sotto terra. Mi pare tirato per i capelli.

    Comunque sono dell’opinione che chi vende pesticidi e seme conciato deve provare l’innocuità del prodotto anche per le api.

Commenti chiusi.

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