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Cose fatte al tavolino

Dopo una nevicata forte conviene sempre avere la motosega sul rimorchio quando si va per i boschi, le piante qui sono mica abituato al peso della neve. Sopra della sorgente dove il contadino va sempre a prendere l'acqua c'è una di queste pinete piantati trent'anni fa. Deve essere stato un idea politica all'inizio, e con il prezioso l'aiuto di dottori laureati in agronomia hanno prodotto un aborto ambientale colossale. L'idea di fondo era anche condivisibile: Piantare un qualcosa sulla terra che sta per essere abbandonata o lo è già.

Berto raccontava che all'inizio davano pure dei pini grechi che seccarono tutti quanti dopo un inverno un po' rigido. Anche i agronomi imparano e quindi dopo davano due tipi di pini canadesi per riempire gli oliveti che rendevano meno. Spesso erano sacchetti con tre piante e tre ci son rimaste, perché figurati che la gente curava i pini piantati quando mancava il tempo e la voglia di curare la terra già prima. Venivano su storti e troppo fitti, ma pian piano la campagna s'abituava alla presenza dei forestieri e ci nascevano pure i pinaioli sotto.

Qualche hanno fa il forestale dava i permessi per diradarli (15 anni troppo tardi, secondo il contadino). Il problema era che non li voleva nessuno, perché son piene di resina, nel fuoco schizzano e in falegnameria incollano le macchine e chi vuole un mobile in massello che sgronda. Se facevano piantare cipressi o querce invece, ma no: pini resinosi canadesi.

Alla fine uno ditta che gli prendeva per macero si trovava, e questa tagliava ogni seconda fila e in quella rimasta una pianta sì e una no. L'estate prossimo ci fu una strage tra i pini sparpagliati che avevano lasciati in piedi. Forse la causa era il sole che arrivava in terra con piena forza.

Oggi il contadino ne ha visti cinque, spezzati in mezzo dalla neve, solo nella pineta alla fonte. Poi il pino non ributta, come tutte le conifere, e quello che cresce ora sono rovi, rosa canina, sanguinella, olmi e con qualche fortuna una quercia o un leccio in qua e là. E anche gli ulivi hanno sopravissuto il rimboscimento, naturalmente. Un bel macchione insomma, contenti gli ucellini.

Prossima misura argoambientale, avanti prego.

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commenti (5)

Forse mio padre ha un po' più di 3000 mq di terreno agricolo ricevuto in eredità. Una idea era quella di piantare alberi da legna, passare ogni tanto con la bcs per tenere pulito e dopo un po' di anni vendere la legna.

Il punto è che il guadagno è pochissimo partendo da quel poco che so in materia. Il Contadino ha dati confortanti? Quanto posso guadagnare all'anno?

ste:

Nulla...conviene farlo per passione...piantare una cultura ADATTA al posto...

Forse è meglio farlo perché la legna serve a scaldarsi?

ste:

Bisogna vedere la terra com'è e dov'è. Per esempio se te pianti un boschetto e quello accanto fa l'orto c'è un conflitto d'interessi enorme. Ci vuole 30-40 anni finché la legna è buona per scaldarsi.

Sandro kensan:

30-40 anni? Mi scalderà la tomba! ptaticamente lo devo piantare appena nato per scaldarmi quando sono a mezza età.

Il conflitto di interessi riguarda l'ombra credo di avere capito.

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