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Sangue, amore, seme

La domenica ha visto il contadino al cinema (La sposa turca). Molto sangue, molto destino, tutti stranieri, anzi: turchi, amore naturalmente e sulla strada di ritorno quasi s'arrotò un istrice. Quanti mondi esistono, è incredibile, veramente. Ma su quello pieno di birra e altra droga il contadino rinuncia volentieri.

Nel piccolo mondo suo ha fatto l'annuale serra per l'insalata, le zucchine e i pomodori che è ora. Ci dicono che l'uomo comincerà ad ammalarsi ora anche mangiando le verdure ibride, dov'è disturbato il processo di calore del seme. Soprattutto i pomodori ti danno volentieri di questo tipo. Non tutto quello che è bello, grande e produttivo e anche buono.

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commenti (7)

Vittorio B.:

Il cittadino non capisce bene cosa sia questo processo di calore del seme che è disturbato nelle verdure ibride.

Il cittadino sa di dover mangiare purtroppo le verdure ibride e, quindi, ora è assai preoccupato.

ste:

Il contadino cercava sempre d'istinto il seme non ibrido. Ora quelli stracitati spiriti elementari (il Verde e quellodel fuoco in questo caso) spiegavano il perché.

Il processo della formazione del seme è un processo di calore, del segno del leone. Il seme è un frutto (la radice è terra, il fiore luce e la foglia acqua). Piante "castrate" che hanno semi sterili sono il peggio dal punto di vista dal fuoco. Ma anche quelle ibride nascono debole e tutte diverse. A pensare che tutto il granturco per il mangime...

Queste cose portano ad una degenerazione completa della pianta e di consequenza a una degenerazione umana, dice il Verde, di cui mi fido abbastanza.

Vittorio B.:

Il cittadino ora ha capito. Era la saggezza degli spiriti elementari che parlava attraverso il contadino.

Il cittadino pensa ora che, oltre all'originalità dei semi, si dovrebbe stare molto attenti pure al significato originale delle parole.

Le parole non sono molto diverse dai semi: anche loro hanno radici che affondano in una terra profonda, la Storia.

La radice della parola ibrido
faceva tremare l'uomo dell'antica Grecia, se appena ci pensava. Era l'hybris
e oggi non fa più paura, ma dovrebbe.

Purtroppo, come non sappiamo più bene dei semi, così stiamo smarrendo il valore delle parole. Non sappiamo più coltivarle, ma nemmeno possiamo ascoltarle bene in mezzo a tanto rumore.

Ci vuole il silenzio della campagna e della Natura per poter ascoltare il sussurro degli spiriti elementari, o un amico, che ogni tanto ti porti la loro voce.

Grazie, Ste, e buone semine!

Barbara:

ci vorrebbero gli ibridi dei rovi e di tutte le erbacce... ma poi gli uccellini e tutti gli animali che si cibano di essi starebbero male; mannaggia, perchè tutto funzioni alla fine tocca lavorare la terra fino a farsi male alla schiena.
Ste, ma lo sai che questo contadino è proprio un poeta?

ste:

Che contributo, Signor cittadino! Il contadino ci ha mai pensato, sull'etimologia di "ibrido", e pure è appassionata molto delle scienza medesima, perché spesso ci regala del sapere.

Stamttina al mercato comprando il seme d'insalata ha notato come la scritta grande "IBRIDO" viene usata come pubblicità, per indicare un valore aggiunto...

Orticoltori biologici usano meno o punto seme ibrido spinto, almeno lo spera.

@Barbara: Ma che è questa storia col contadino poeta, sempre? Semplicemente non sa scrivere l'italiano, è tutto lì.

Laura:

Sì, è vero che il contadino è un gran poeta e non c'entra niente con l'italiano che a volte non sa scrivere, ma che si comprende lo stesso...
Io gliel'ho sempre detto e rinnovo questo mio pensiero; quindi Ste, fammi il piacere di dire al contadino che lo amo alla follia!
Ops, forse sono un po' fuori tema, si stava parlando di semi ibridi, ma infondo il contadino lo è...
Buona notte!

Laura:

Forse è passato un po’ troppo tempo per dire che il precedente commento trattavasi/trattasi di una “bischerata”?
E mica solo tu, contadino, puoi farle a noi!!!
Ma il fatto che penso che tu sia un seme ibrido corrisponde a verità!

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