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Il virus, il virus!

Il contadino, visto che non si parla quasi da nessuna parte, ha pensato di fare un post sull'aviaria e lui vuole partire da un ramo d'ulivo tarlato. Ora voi pensate che c'entra il tarlo con i gatti chiusi in casa per colpa di un cigno cadavere e l'imbecillimento della popolazione terrestre. Tentiamo di seguirlo.

Il tarlo è cattivo. Attacca un ramo d'olivo, mette le sue uova dappertutto e i tarlettini neonati forano ognicosa con le loro gallerie, causando il deperimento o addirittura la morte del ramo innocente. Ammazziamoli, salviamo il ramo!

Ma la triste verità è un altra. Il contadino passava col trattore troppo vicino sotto la pianta e
l'ha rotto
, quasi. Nel giro di un mese era tutto tarlato, perché il tessuto era in condizioni ideali per il tarlo. Un ramo sano non tarlerebbe mai. E co i batteri e i funghi è uguale, non è che arrivano e attaccano, prima ci vuole l'habitat giusto per loro, poi arrivano.

Ed ecco che tutto queste misure antiavaria son inutili. Tenere i polli come li teniamo e come continueremo a tenerli doveva generare per forza un virus primo o dopo (uguale come la monocultura pianetaria di un sistema operativo fatto male; si parla di windows naturalmente).

E poi quando uno deve ammalarsi si ammalerà, e quando deve morire morirà, niente panico. Lo chiamano destino. E il rischio di morire salendo sul automobile è molto più grande che quello che si corre toccando un pollo nel supermercato.

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commenti (3)

Fufluns:

Centro! caro Ste, centro. Piu' spesso che no, gli agenti patogeni attaccano l'organismo perche' malato, piuttosto che essere malato l'organismo perche' attaccato da patogeni.
E' storico che l'invasione di parassiti ha seguito l'introduzione di potenti pesticidi, non il contrario.
Del resto ha perfettamente senso: se si compie lo sterminio di un organismo, non si e' sicuri di averlo eradicato. Mentre si puo' essere sicuri che i suoi predatori verranno affamati a morte. Spariti loro, gli eventuali sopravvissuti riprenderanno piede piu' e meglio di prima.

Il problema è che continuando a comprare i polli significa permettere di "continuare a tenere i polli come li teniamo", il che, sinceramente, mi fa lo stesso effetto che vedere ammazzare le foche per fare con la loro pelle delle vomitevolissime pellicce "sporche di sangue". Da tempo non compro più un petto di pollo, perché quella carne esangue mi fa venire in mente il modo infame e vergognoso in cui il nostro mondo "civile" alleva questi animali. Che vivono e muoiono infelici e che non potranno che generare infelicità nelle nostre viscere. Questo è quello che penso davanti a un petto di pollo... Comunque, sono assolutamente d'accordo con te sull'effetto devastante che l'uomo ha sulla terra e sui suoi frutti. Buon lavoro!

tarlo1: bellicapelli, qui parlano di noi!

tarlo2: ... burp ... avranno mica avuto il mio numero dal ministro ? ... burp ...

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