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Efficienza...

Voleva scrivere a proposito del fatto che funzionano poco le molecule farmaceutiche costruite con tanta fatica ("La stragrande maggioranza dei farmaci – più del 90% - funzionano solo nel 30-50% delle persone" ha affermato il Dr. Roses "Con questo non voglio dire che la maggior parte dei farmaci siano inefficaci. Voglio dire che la maggior parte dei farmaci agiscono solo nel 30-50% dei soggetti. I farmaci vanno bene per il mercato, ma non hanno efficacia in tutti quelli che li assumono"), e degli interessi commerciali e del fatto che anche in questo campo si crede molto e si sa poco, il povero contadino.

Ma la pubblicità negativa che una blogger per la pace si autocombina sul blog di Lia ha interrotto il filo di pensiero del contadino. Leggendo un po' su bloggerperlapace (Un blog per mobilitare le anime pacifiste della rete a favore della mobilitazione del forum nazionale Fermiamo la Guerra) si respira una buona dose di aria di combattimento. C'è il lupo cattivo, c'è il male da togliere del mondo, c'e pure il post di Delio sugli mercenari/ostaggi senza la rettifica e c'è la censura, ma c'è anche chi si dissocia dalla censura e non vuole scrivere più lì.

Che la pace, l'armonia e la tolleranza è da cercare e da realizzare dentro di noi invece di provare di ammazzare chi fa la guerra è il pensiero del momento. E che è una bella occasione per studiare la psicologia. E che forse non vale nemmeno l'attenzione.

Per tornare a parlare degli altri malati, quelli che pagano (attraverso il sistema della sanità, finché crolla, poi in contanti, se ne hanno ancora) i farmaci moderni il contadino vuole anche segnalare anche questo articolo:

...tutto il processo rigidamente vincolato dagli interessi economici sin qui descritto sta degenerando intenzionalmente in una corruzione estesa a tutto l’ambiente medico e scientifico, per cui non si può più a mio parere fare molto affidamento sulle affermazioni di un foglietto illustrativo di un farmaco. Tre anni fa si parlava gia in Gran Bretagna di una cifra ufficiale compresa tra l’1 e il 5% di ricerche scientifiche contenenti dati e risultati falsificati, investigazioni autorizzate alla mano. Per gli Stati Uniti la stessa fonte riportava addirittura una cifra compresa tra il 24 e il 35% tra violazioni dei protocolli e falsificazione dei dati. Ora la situazione e certamente peggiorata, nel senso che c’è più coscienza anche nell’ambiente medico che il fenomeno e generalizzato e che gli articoli e gli studi che vengono pubblicati sulle riviste, che stabiliscono lo status di un farmaco o di una ricerca, sono quasi sempre il risultato di un finanziamento o di un interesse diretto delle case farmaceutiche stesse. Ad esempio, recentemente il New England Journal of Medicine, la rivista medico scientifica più autorevole degli USA, ha dovuto pubblicamente ammettere che alcuni dei suoi articolisti più eminenti avevano interessi economici diretti, seppur sino ad allora occultati, in alcune case farmaceutiche che producevano farmaci della cui ricerca si erano occupati.

In agricoltura gli interessi sono molto simili, e sono multinazionali gemelli. Intanto è tutta roba chimica, o farmaco o diserbo o insetticida.

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