Un pilota israeliano riceve un ordine, preme un bottone, e parte un missile che centra la macchina nel mirino. Un Palestinense si immola in qualche autobus o ristorante. Un Iracheno preme il grilletto di una pistola puntata ad una tempia. Fine esempi.
Siamo abituati di sentire compassione con le vittime e con i loro parenti, e il nostro disprezzo assoluto (è il nemico!) va all'esecutore e/o il responsabile politico dell'omicido. Ma chi ha mai provato di mettersi nei suoi panni? Come è arrivato a questo punto? Cosa pensa il soldato israeliano quando sta per addormentarsi? L'Iracheno che sparò Quattrocchi?
Il contadino ha fiducia nella legge, un po' in quello fatto finora dagli uomini, ma molto di più nella cossidetta legge del karma, la legge del causa-effetto. Pensando le consequenze non si può non avere anche pietà degli assassini e dei loro mandanti. Un scienziato dello spirito spiega come dopo la morte l'anima trascorre la vita appena vissuta all'indietro, e che ogni dolore causato a qualcun altro viene sentito come fosse subito dall'anima stesso, il che conduce al proposito/obbligo di rimediarlo. Quando uno arriva a zero ha molto da fare, di solito.
Un altra cosa sempre in gioco è l'elementale. Un elementale nasce da un pensieri e/o sentimento. Forte o debole, ma ne nasce sempre uno. Uno pensa ognitanto "Un giorno ammazzo la moglie" ed è molto probabile che non lo farà mai. Ma l'elementale in questione cresce, viene nutrito di tutti i pensieri e sentimenti identici e un bel giorno uno non può più resistere, lo esegue e finisce sui giornali. Ma responsabili sono anche quelli che lo hanno "solo" pensato. Come recitate in chiesa:...in pensieri, parole, opere ed ommissioni, per mea culpa.
E di elementali brutti brutti il mondo è piena zeppa. Una volta nati, non possono mai essere distrutti, possono solo essere ignorati, e in questo modo perdono forza.
