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Nani dappertutto

Oggi il contadino faceva la dichiarazione "raccolta uve" nel ufficio dei Coldiretti, che ora lo fanno rigorosamente online, mentre un paio d'anni fa c'erano cinque copie con quella carta nera per ricalcare la scritta. Ma non è che è diminuita la carta. C'era appiccicato al muro questo articolo di Agrisole che diceva:

...si assiste a un dilagare di micro-importi per nano aziende che non possono considerarsi attività produttive vere e proprie (sono oltre 600mila i produttori che ricevono aiuti fino a 250 euro); all’estremo opposto, invece, ci sono poche centinaia di mega- aziende che incassano una fetta importante degli aiuti Ue (poco più di 300 incassano un assegno comunitario di oltre 500mila euro, per un totale di 500 milioni).

.

La proposta condivisibile è di tagliare fuori i nani e per i giganti applicare un tetto massimo per ogni azienda, così rimane più dalla torta per quelli in mezzo, compreso il contadino.

Sempre restando alla Pac, il documento insiste sulla necessità di rivedere l’applicazione dell’articolo 69, in modo da premiare realmente i comportamenti virtuosi dell’impresa con progetti mirati alla qualità dei prodotti e alla sostenibilità ambientale

Ma come sono belle, questi frasi. Si sente un impresario virtuossissimo sì, il contadino, e mira dalla mattina alla sera i suoi progetti.

A proposito di contributi, pare che è in fase di paamento l'integrazione olio dell'anno scorso. Invece dei 90 centesimi/litro ci saranno 60-70, visto che c'era tant'olio. Da questo anno in poi ogni azienda olivicola riceve sempre la stessa somma, calcolata con la produzione media del 1999-2002. Qui siamo a 360 kg.

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commenti (12)

upuaut:

Cosa sono le nano-aziende? Cioe', quanto devono essere piccole per essere nano-?

ciao

Brontolo:

Perché ritieni condivisibile tagliare fuori dai contributi le nano-aziende? Anche se uno produce molto poco, al limite anche soltanto per l'auto-consumo, non è comunque un'attività produttiva? La vanga dovrà comprarsela anche lui, no? Io penso che sarebbe giusto tagliare ai giganti, ma i nani li lascerei vivere in pace.

upuaut:

Anch'io taglierei prima ai giganti, senz'altro. Ma volevo anche capire cosa si intende per nano-aziende. A occhio direi che anche i piccolissimi possono essere "produttivi" almeno in un senso, la tutela del territorio, che ce ne sarebbe bisogno in molti posti, in Italia. E infatti quel "non possono considerarsi attività produttive vere e proprie" non mi piace mica tanto. Per esempio, in Liguria molti terrazzamenti sono ormai abbandonati, le fasce vanno in pezzi, nessuno cura le piante; e' una grave perdita collettiva, secondo me. Io darei TANTI soldi a chi avesse la voglia di tornare a coltivare la', altroche'. Che sia "produttivo" o no.

Prendo le difese del Contadino anche se penso non ne abbia bisogno.

Quando l'ho letto ho pensato alle molteplici truffe o comunque ai furbi che dichiarano il mezzo falso.

Se ho una azienda agricola e dichiaro di avere ulivi in piccola quantità mi prendo gli aiuti e nussono viene a controllare se ho ulivi veri o di carta. Questo ho pensato.

Cornelia:

La cosa che mi piace è che quando commentiamo qui scriviamo un po' tutti nello stile del contadino!
(che, ribadisco, è bellissimo-lo stile, intendo)

ste:

Non è facile fare ulivi su carta, fanno le foto aerei, e vedrai tra poco via satellite. Vedono anche sei hai seminati dvvero i girasoli ecc.

Chi è nano: Metti uno che ha 200 ulivi e solo questi. Farà una media di 170-200 kg olio l'anno e prendeva 90 centesimi al litro prodotto. Mettiamo il valore dell'olio a €1500. Una azienda non è, e perché dovrebbe ricevere contributi dalla communità perché cura 200 olivi su magari un ettaro di terra. Se li riceve lui anche te che fai l'orto e produci magari anche un valore uguale dovresti riceverli, e perché non il pittore e l'artigiano? Poi devi portare le visure catastali, fare domande, iscrizione alla camera di commercio e quant'altro e non vorrei sapere quali costi burocratici son dietro le domande dei 600.000.

Facciamo le tasse negative perché chi guadagna male, ma non usiamo i contributi agricoli come ammortizzatori sociale.

Poi questa aziendina qui è minuscola pure, prende €1800 perché bio, 500 perché ha 33.3 pecore e 350 per l'olio. Ma per vivere non bastano mica i contributi e il guadagno dei prodotti messi inisieme, c'erano sempre altre fonti di reddito ognitanto.

ste:

Dimenticavo di rispondere che i è nano.
Per ottenere la qualifica di coltivatore diretto bisognava dimostrare 102 giornate lavorative/anno, e avevano una tabella del tipo (se mi ricordo bene)

1 ettaro oliveto/vigna/frutteto: 65 giornate
1 ettaro seminativo: 6 giornate
Per ortocultura e serra specialmente basta poco terra, non mi ricordo dei dati.

Cioè avendo solo campi ci vorebbero 17 ettari circa. A una azienda qui d'intorni per essere redditizia però non bastano neanche più 150 ettari (e tre trattori), cifra in aumento continuo.

Brontolo:

Scusami Ste, ma non sono d'accordo. Se uno produce 200 kg d'olio, a prescindere dal fatto che legalmente sia una azienda oppure no, ha comunque prodotto 200 kg d'olio, e ha contribuito a tenere in buono stato un ettaro di uliveto.
Se riteniamo che la produzione di olio d'oliva debba essere incentivata (anche per evitare che si taglino gli uliveti e ci si facciano villette), allora mi pare che anche lui abbia diritto al contributo, come l'azienda più grande.
Se no poi magari l'uliveto rimane abbandonato, e tu che sei il suo vicino e vuoi fare la lotta biologica alla mosca non puoi farla. Il pittore e l'artigiano non c'entrano, qui parliamo di contributi all'agricoltura.
Per quanto riguarda i costi burocratici, questa è un'altra storia, se questo è il problema allora vediamo come si può ridurli, ma senza penalizzare i piccoli coltivatori.
Ci sono anche le considerazioni fatte da upuaut, che mi paiono pure molto condivisibili.
Già che ci siamo, avrei una curiosità: ho visto che vendi l'olio via internet, ma come fai per spedirlo?

upuaut:

**Una azienda non è, e perché dovrebbe ricevere contributi dalla communità perché cura 200 olivi su magari un ettaro di terra.**

Perche' mantiene vivo un uso della terra che va scomparendo (il mio esempio della Liguria era relativo proprio agli uliveti), perche' contribuisce alla tutela del paesaggio (che e' un "bene" pure quello, e anche produttivo se la regione e' anche solo un po' turistica), perche' da' una mano a rallentare il degrado del suolo, e via dicendo. E quanto agli artigiani hai ragione, almeno alcune categorie andrebbero tutelate per ragioni molto simili, cioe' perche' mantengono vivi mestieri e conoscenze che rischiano di scomparire. Forse un contadino ligure che rimette a posto un po' di fasce dovrebbe ricevere contributi destinati, poniamo, al turismo, anziche' all'agricoltura, magari su questo si puo' ragionare. Ma che anche questo tipo di agricoltura vada tutelato per me e' sacrosanto.
Un'ultima considerazione: quando i fondi a favore di una categoria si riducono si finisce sempre per avere una "guerra tra poveri", ma questo mi pare faccia il gioco di chi quei fondi li riduce. Credo che tra piccoli e medi coltivatori ci dovrebbe essere solidarieta', anziche' competizione, e questo anche e soprattutto per ragioni "politiche".

up

ste:

@Brontolo: Ti darei ragione s'è una riceverebbe veramente un sostegno. Ma per 150 euro in più uno non cura mica un uliveto o lo abbandona perché non li rivece più, penso che lo farà per passione. Il vero problema sono i prezzi, perché quasi nessuno è disposto (e può) pagare i veri costi dei prodotti agricoli. E specialmente gli oliveti in Liguria sono scomodissimi per lavorare penso.

Veramente l'ho spedito l'olio solo una volta a Zu, per posta, ma non si potrebbe mica. Più facile è sempre quando uno passa da qui a prenderlo. Per ora non c'erano mica richieste a parte quella citata. Sentirei un corriere in quel caso forse.

upuaut:

°_° Si e' perso per strada il mio ultimo commentino. Non era niente di importante, dicevo che si, lavorare gli uliveti in Liguria deve essere difficile e soprattutto fare e riparare i muretti a secco (le fasce). Mi pare.
Beh, visto che son di nuovo qui, ne approfitto per dire che anche a me piacerebbe sentire il tuo olio e che se passo in Toscana (dove? per adesso ho capito solo che stai in Toscana) magari vengo a chiedertene un po'.

Ciao
up

ste:

Ci vorebbe in teoria contributi non a kg olio ma a pianta, suddiviso in fasce di territorio secondo il lavoro che da, ma questo pare impossibile di fare e di controllare in Italia, troppi brogli. Un anno l'hanno fatto a pianta, ricevevo 4 voltta di più.

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