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Giorno di frutto

L'elemento di calore nella pianta corrisponde al frutto. E' il giorno più utile per il contadino, ma anche più temuto perché tra gli olivi, le vite e i frutti nel orto lui bisognerebbe essere dappertutto e non ce la fa, accidenti a quel calendario.
Oggi con la luna nel leone (qualcuno ha notato la falce della luna stasera? Ecco, le stelle intorno appartengono al leone, quella grossa però che era di sotto no, perché è Giove e un pianeta.) doveva, dopo aversi alzato alle 5.30 per mungere, avere salutato il Wwoofer che partiva, aver pascolato fino le dieci e prima di pascolare alle 18.00 fare la seconda mandata della marmellata di susine (vedi sfondo), cogliere i pomodori bassi dalla pianta scelta per seme e lavorare gli ulivi piena di gramigna con lo stirpatore, ma quest'ultimo è saltato, colpo del bisogno immenso del pisolino, della temperatura esterna uguale a quella interna e della terza pentola di marmellata, quindi è andata bene a la gramigna, per ora.

Mentre è a pascolare gli rimane però tanto tempo per fare delle foto e rileggere con calma il terzo volume dei colloqui con gli spiriti della natura. Tanti interviste lo interessano direttamente, per esempio quella con il "quardiano della corrente" in sua qualità di produttore e consumente di corrente elettrica o quella con lo spirito di una cantina, che parla del vino, della vite e del eucharistia. E del alcool: "Se proprio devi bere alcool il vino è la miglior forma." Dice che la vite e il vino son solo buone se vecchie. Niente di nuovo, anche se per lui una vite vecchia dovrebbe avere 300 anni. Ma se uno pensa che l'EU ha finanziato di recente l'estirpazione delle vigne vecchie per rinnovarli (3 anni niente uva)...dal punto del rendimento aziendale sicuramente un'ottima idea, ma la qualità del vino se ne andato per un po di tempo. Poi lo vedono solo come un difetto che un terzo delle vigne della Toscana hanno più di trent'anni e vorebbero volentieri sostituirli tutti perchè fanno poco uva al ettaro, nel nome del Dio competitività. Ormai è diventato un mantra, questa competività.

Ma invece è un pregio impagabile, la vecchiaia, e forse non solo delle vite.

Dall'altra parte pare che gli politici ora dormono (o litigano) invece di cercare di fare bene il loro lavoro e di salvare il salvabile dell'agricoltura italiano, minacciata della nuova politica agraria comunitaria (PAC):

Le non scelte fino ad oggi adottate, fanno pensare ad una inspiegabile rinuncia a ragionare di politica agricola subendo gli eventi e, una volta risolta la questione tabacco, malato terminale dell’agricoltura italiana, sembra che il Ministero abbia deciso che l’agricoltura di qualità, la zootecnia montana e collinare, il biologico ed il tipico non siano più opzioni interessanti.

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