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Buio pesto

Il contadino è in crisi profonda, tutte le attività di questo mondo gli sembrano del tutto inutile, niente ha un senso se non quello di complicarli la vita. Poi un blog, figurati.

Ma il mondo deve andare avanti, e per non lasciare a secco i quattordici lettori qui fa il quadro della situazione agricola. Le pecore mangiano l'ultima frasca degli ulivi che sono quasi tutti potati finalmente. Ieri ha ricavata la stalla con l'aiuto di una Wwoofer americana bravissima, che si occupa anche del formaggio e del erba sotto le vite, lasciando al contadino il tempo di sprofondare nei suoi pensieri neri. Oggi si alzava alle quattro di notte perché si metteva a piovere sodo, aveva il trattore fuori pronto per ramare la vigna che ne ha bisogno con tutto quest'acqua. Ha messo dentro anche le pecore che lui detesta di mungerli quando sono zuppe. Nel cantiere nel paese alle case nuove c'è un faro che illumina mezzo recinto a distanza di un chilometro: Urge veramente il nucleare, aboliamo la notte. L'orto che prima era un deserto ora è diventato una palude, ma ci sono i bacelli, carciofi e l'insalata. Prossima tappa nella corsa primaverile: il fieno. E' mezzo per terra, si taglierà male con quella falciatrice antica e asciugera anche male sulla terra bagnata, ma tagliata va tagliata, viene come viene.

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commenti (5)

eio:

dev'essere una cosa comune, caro ste. anche qui, in questi giorni, i pensieri, non son mica tanto belli. passerà, mi dico sempre, passerà.

Laura:

Idem. Anche se più per altri motivi, a cui devo stare dietro, oltre a quelli agricoli.
Il sole prima o poi torna a risplendere, sempre.
In bocca al lupo, Ste.

Beh, io come si vede dal mio blog sono maestro in pensieri cupi.
Di tutta la situazione che hai descritto, la cosa angosciante è "il cantiere del paese alle case nuove".
La cementificazione avanza senza rimedio, anche negli angoli d'Italia più belli.
E' un processo a senso unico, perché una volta che un pezzo di terra è stato costruito e cementificato non si torna più indietro, e la terra viva decresce inesorabilmente, anno dopo anno.
In qualche modo, sembra che l'uomo mortale voglia punire il pianeta per la sua immortalità, infliggendogli questo supplizio a senso unico, senza ritorno, che ricorda tanto l'avanzare degli anni che ci avvicinano alla morte.
Per fortuna la natura sa come riprendersi ciò che le è stato tolto, basta vedere come le erbe crescono ovunque, o come le foglie secche accumulatesi in un angolo dello spiazzo davanti casa dopo pochi mesi iniziano a diventare terriccio fertile, con tanto di lombrichi dentro a lavorare. Occorre solo che gli uomini le diano un po' di tregua. Per questo, credo che la crisi energetica in arrivo abbia degli aspetti positivi.
Certo, anche mungere la pecora bagnata non è il massimo della vita... :-)
Comunque, Ste, la lettura del tuo blog contribuisce a dare senso alla mia vita. Non so se la cosa può esserti di aiuto.

PS: "I baccelli" in Toscana sono le fave, vero?

Coraggio Contadino, i momenti bui passano.

Buone le fave, a casa ne ho sempre una scorta.

Saluti.

anjin:

"E' il tempo che tu hai perduto per la tua rosa che ha fatto la tua rosa cosi' importante".

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