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Categoria: mondo spirituale

La sicurezza che sogna Salvini c’è in Africa…

Succede che rubano, in questo caso una scatola con i vestiti usati regalati per il nascituro futuro nipotino del contadino, dalla macchina parcheggiata.

Raccontata la storia a uno dei profughi africani che passano di casa qui e:

Ahh, Europa! In Europa sempre rubano , ma quanti ladri! In Africa no (Europa=Italia, Africa=Camerun, ndr). In Africa, una ruba catena oro, io chiamo Marabù (sciamano), pago, ladro domani torna e riporta catena. Ruba Olive in campagna (per dire,ndr) non va via dal terreno, non riesce, deve stare lì finché tu arrivi, anche tanti giorni. Ruba nessuno in Africa.

Bisogna anche dire che il contadino ha visto una di queste cose magiche e sentite altre da fonti credibili. Per non parlare di (quasi) tutte le donne che arrivavano e che hanno fatto il juju e sono incastrati nel giro delle prostituzione…

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L’eclissi come spettacolo

In un certo senso forse, per il contadino prevale la sensazione cupa ed è sempre contento quando le valvole si richiudono.

Tutto ciò, secondo Steiner, ha una sua ragione di essere, una necessità. Occorrono valvole di sicurezza per tutto il negativo che ribolle nei pensieri e nella volontà dell’uomo; queste valvole sono rappresentate dalle eclissi, dall’assenza, più o meno momentanea, della luce solare o lunare. Poiché il Male è stato permesso nel mondo dagli intenti divini, anche le eclissi sono state necessariamente comprese in questo disegno.

I pensieri cattivi e la volontà cattiva degli uomini possono arrivare nel cosmo durante l’eclissi di sole; durante l’eclissi di luna le anime predisposte possono essere posseduti da questi.

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Osservare le parole

Di questi tempi (bui, diciamolo) occorre porre attenzione all’uso delle parole, specialmente quando si allontanano dal concetto che dovrebbero esprimere, fino ad arrivare al lato opposto.

“Centri di transito” per gli immigrati, che non possono uscire di lì ma “non sono prigioni”.
Al contadino sembra che un posto dal quale non puoi uscire è una prigione puoi chiamarlo anche “casa vacanza”, ma sarà che lui non è all’altezza del newspeak.

Si potrebbe fare un elenco lungo di queste parole in netto contrasto con il concetto sottostante. Mephistopheles saluta tutti cordialmente.

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L’uomo, le sue cose e come sistemarli

Ha dovuto vivere più di mezzo secolo primo di conoscere le idee giuste, povero contadino, circondato da mucchi di arnesi, bulloni, ingranaggi a altro sul banco di lavoro, pile di vestiti nel armadio che si disfanno quando voleva una volta tirare fuori qualcosa di sotto per non usare sempre le stesse tre magliette in cima (che poi risultava grinzoso), libri e documenti e fogli che magari una volta servono ancora non si sa mai. Certamente ha visto ultimamente altre persone affogare in roba tripla, però nella seconda metà della vita sembra giusta di ridurre l’accumulo della prima parte.

Insomma ha conosciuto Marie, e lei ha messo le cose in chiaro – adesso nel armadio ci sono solo vestiti che o gli piacciono o gli servono, dei libri sono spariti due terzi e i documenti si sono ridotti in quelli da conservare (contratti ecc) e quelli in uso, adesso sta lavorando sulle cose miste finché arrivare al gran finale e compito più difficile: i ricordi.

Un oggetto non è sempre quel che sembra. Per esempio una pala può essere anche un ricordo e se è una pala fatta male è solo un ricordo, e non una pala. E il trapano subito rotto comprato su ebay per 18 euro (il contadino tiene a precisare che questo è solo un esempio dimostrativo) invece è forse anche un brutto ricordo ma è una ottima lezione, che ha svolto la sua funzione. In quel caso si butta anche facilmente, ma ci sono lezioni (magari un paio di scarpe costose che ci stanno male) che non li riconosciamo tali e pensiamo che siano scarpe e li conserviamo per decenni visto quando abbiamo pagato. No, lezione ottenuta, scarpe via.

Poi le pile: nella pila vive solo la cosa che si trova in cima, le altre vanno in una specie di limbo.
Le cose stanno bene solo ritte o appese. Quando adesso apre l’armadio vede tutti i suoi vestiti in un colpo d’occhio, uno accanto l’altro piegato in modo che sta diritto da sé, lo sguardo scorre le magliette e ne sceglie una senza disturbare nulla. Tipo così.

Ma questo sono le cose secondarie, prima di assegnare alle cose un loro posto definitivo vanno riviste e qui il metodo è quello dell’emozione che ti da una cosa: se ti fa felice: tienila, altrimenti buttala. Ci vuole un po’ di allenamento e ovviamente non ti deve piacere a morire il trapano se funziona, ne hai uno solo e ti serve.

Il resto è semplice: quando il contadino ha usato una cosa, la rimette al suo posto.
Dopo cinquant’anni è anche ora di finirla con ammucchiarle in direzione del loro posto.

E’ sembra che questo ordine esteriore abbia anche dei impatti forti su quello interiore, anzi non sembra, è così.

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Cerchi nel grano

Mica male questa stagione: quelli di giugno e quelli di luglio. Al contadino piacciono questi perfetti con i cerchi pieni, esempio quello del 14 giugno o quello di oggi e generalmente hanno delle bellissime strutture di piegamento quest’anno.

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Cerchi nel grano umani

C’è chi si batte da anni per dimostrare che i cerchi nel grano possono essere anche tutti essere opera umana, nonostante la loro complessità, perché non ci può essere altra spiegazione per una mente materialistica.
Però però dimostra più che altro che fosse così si dovrebbero vedere molto cose del genere qui sotto nei cerchi…
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