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Il gatto sacro

Giusto dieci minuti fa il contadino ha scoperto che vive insieme con un gatto sacro della Birmania. Si chiama Igor (purtroppo, forse adesso cambia) e la mamma era una comune tigrata bianca, ma se il sacro si vuole incarnare non riconosce resistenza della materia fisica. Adesso ha da controllare le zampe e da postare una fotina degli occhi blu:

Le estremità delle zampe, chiamate “guanti”, sono le uniche parti del corpo che presentano peli di un bianco candido. I guanti sono una caratteristica distintiva del gatto Birmano, è l’unico gatto di razza il cui standard ne prescrive l’esistenza. Essi non devono superare l’articolazione delle zampe e devono essere simmetrici tra loro.

un commento

  1. Maria 6 Ottobre 2012

    Birmano o no, è bellissimo. Una volta ho avuto con me un incrocio di siamese molto somigliante al tuo. E’ stato un gatto sfortunatissimo, era allergico praticamente a tutto e si strappava letteralmente la pelle per grattarsi.

    E’ stato necessario dargli delle dosi massicce di immunosoppressori, grazie ai quali ha poi fatto una bella vita per un paio d’anni, ma non c’era santo: appena provavo a diminuire le dosi lui ricominciava a strapparsi la pelle a furia di grattarsi. Gli immunosoppressori non perdonano, ed è morto di cancro.

    E’ stato un gatto molto particolare, diverso da tutti gli altri. Si chiamava Proudhon e aveva il dono di capire perfettamente gli stati d’animo degli umani

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