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La marcia del cibo buono

Ovvero “The Good Food March” oggi è arrivato a Bruxelles, tra le tappe anche Napoli, partiva fine agosto in diversi luoghi di tutta l’UE. E c’è da cambiare veramente molto: un miliardo di persone non hanno da mangiare abbastanza mentre noi buttiamo un terzo del cibo, bruciamo un altro percentuale cospicuo nelle nostre automobili, sovvenzionamo l’agroindustria con 350 miliardi di dollari (stati OECD) l’anno e inondiamo i mercati in Africa e altrove con i nostri prodotti a buon mercato, ammazzando l’agricoltura locale.

Per non parlare dell’abbandono in continuo amumento delle alpi e delle terre marginali qui.

A Bruxelles si discute del destino della nostra alimentazione e dei nostri agricoltori. Per la prima volta, la riforma dell’agricoltura europea sarà decisa congiuntamente dal Parlamento europeo e dai governi nazionali. E’ questa la nostra occasione per chiedere una Politica Agricola Comune (PAC) che assicuri buon cibo e una buona agricoltura. E ‘il momento di cambiare.

Negli ultimi 50 anni, le nostre tasse sono state impiegate per sostenere la produzione alimentare
industrializzata. Questa forma di agricoltura sta minacciando l’esistenza dei nostri agricoltori del Nord e del Sud del mondo. Crea, da un lato, insicurezza alimentare a livello globale e, dall’altro, montagne di rifiuti alimentari. Distrugge l’ambiente perché si basa su un uso eccessivo di fertilizzanti chimici, pesticidi nocivi e combustibili fossili. Gli allevamenti intensivi dipendono dalle importazioni di soia destinata all’alimentazione
animale. Questi allevamenti ignorano il benessere degli animali, aggravano il cambiamento climatico e conducono all’abbandono delle aree rurali. Chiediamo una profonda revisione del nostro sistema agroalimentare. La PAC deve cambiare, marciamo per cambiare!

Questa estate, agricoltori, cittadini e giovani provenienti da tutta Europa marceranno verso Bruxelles, a piedi, in bicicletta o con il trattore. Lungo il tragitto, prenderanno parte ad a eventi, azioni e proteste. Invitiamo tutti a venire a Bruxelles il 19 settembre 2012 per chiedere che l’Unione europea assicuri un buon cibo e una buona agricoltura.

Chiediamo una PAC che:
– Garantisca agli agricoltori, prezzi sicuri, stabili ed economicamente sostenibili e ai consumatori, prezzi equi.
– Valorizzi il nostro patrimonio naturale, culturale e culinario.
– Sostenga le vere aziende agricole, condotte sia dai giovani che dai meno giovani. Non possiamo più permetterci di perdere agricoltori!
– Leghi direttamente i sussidi a criteri sociali, ambientali e di benessere degli animali. Denaro pubblico per beni pubblici!
– Ci conduca verso un’agricoltura più verde e più sostenibile, e promuova metodi di produzione agro-ecologici.
– Rafforzi lo sviluppo sociale ed economico delle comunità rurali.
– Favorisca la coltivazione di colture proteiche locali per uso mangimistico, piuttosto che alimentare l’importazione di soia.
– Assicuri una maggiore equità tra vecchi e nuovi Stati membri dell’UE.
– Ci muova verso la sovranità alimentare.
– Assuma responsabilità internazionale e assicuri che l’Europa e il Sud del mondo diventino più
autosufficienti.
– Contrasti la speculazione alimentare e ponga fine all’esportazione di prodotti agricoli ad un prezzo inferiore al costo di produzione.

2 commenti

  1. giuseppe 19 Settembre 2012

    sinceramente, mi sembrano parole molto belle, ma dubito che una manifestazione possa bastare contro i grandissimi interessi in gioco dietro la pac (basta leggere “i padroni del cibo”, di ray patel, ed. feltrinelli); poi, ad es., invece di aspettare sovvenzioni per la coltivazione di piante proteiche locali, perché noi contadini non cominciamo a coltivarcele da soli? invece di elemosinare qualche soldo per tenere puliti siepi, fossi e ciglioni, perché non cominciamo a pulirli senza sovvenzioni, per il solo gusto di lavorare in un ambiente più bello?
    comunque, credo e spero che la gran parte degli obiettivi di questa manifestazione sarà raggiunta solo quando il petrolio avrà raggiunto costi insostenibili, e quando finalmente ci si accorgerà dell’assurdo di spostare cibo da un capo all’altro del mondo.

  2. ste 21 Settembre 2012

    Ho anch’io la stessa sensazione, a parole e proteste avremo messo a posto tutto da un bel po’. Ma ci vuole entrambe le cose penso: cambiamento subito nel reale dov’è possibile e portare avanti le manifestazioni, proteste e il lobbying politico.

Commenti chiusi.

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