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Quanta energia nucleare consuma l’Italia?

Mica tanta, se non si conta quella indiretta (nei prodotti giapponesi per esempio)

Si ha un “consumo nazionale netto” o “richiesta nazionale di energia elettrica”, che nel 2009 è stato di 320 268 GWh, con un decremento dello 5,66% rispetto all’anno precedente (il calo più sensibile dal 1949, principalmente a causa della riduzione dei consumi industriali a causa della crisi economica del 2008-2010) .

Il dato di consumo nazionale lordo contiene una percentuale pari al 13,3% di energia importata dall’estero.

Per quanto riguarda la potenza installata (ovvero la potenza massima erogabile dalle centrali), l’Italia è tecnicamente autosufficiente; le centrali esistenti a tutto il 2009 sono infatti in grado di erogare una potenza massima netta di circa 101 GW[6] contro una richiesta massima storica di circa 56,8 GW (picco dell’estate 2007[4]) nei periodi più caldi estivi.

Dunque, l’Italia è autosufficiente abbastanza, importa il 13% circa, ma massimo la metà di questo proviene dalla tecnologia irresponsabile:

Il quadro che ne esce è che il mix complessivo italiano dell’energia elettrica immessa in
rete nel 2008 è stato prodotto da un buon 72% con fonti fossili, da un 22% da fonti
rinnovabili e infine poco più del 6% è di origine nucleare.
L’Energia Elettronucleare di origine francese è stata quindi del 4,8%

Quindi per l’Italia è facilissima di rinunciare anche a quella percentuale.

PS: Anche qui se ne parla, e la percentuale sarebbe ancora più bassa.

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4 commenti

  1. unoqualunque 1 Maggio 2011

    Sostengo che si è arrivati ad un livello di consumi inappropriato, o meglio i consumi sono cresciuti in modo esponenziale rispetto alla miglioria della vita in Italia. Credo in modo fermo che bisognerà dare uno stimolo alla politica del consumare un pochino meno, cercando di non dissipare il bene prezioso e caro dell’energia elettrica.Nel caso in questione un contributo essenziale viene dato dai cavidotti obsoleti, con conduttori di vecchia generazione, sta di fatto che la perdita per dissipazione data dalla naturale struttura dei conduttori ha una percentuale alta, credo inoltre che è inconcepibile mantenere un livello di consumi, con strutture pubbliche che non ottemperano alla regola che dovrebbe imporre il buon senso per un regime di minore dispendio sia economico che energetico. E poi chi non ha sotto gli occhi le strutture di illuminazioni stradali, non ho mai compreso il motivo di tanto dispendio con lampioni che restano accesi per tutta la notte e per tutte le notti,certo che una buona illuminazione rende le strade cittadine ipoteticamente più sicure, magari si potrebbe ottenere lo stesso risultato anche con qualche Whatt meno,per cui meno potenza meno consumo energetico. Questi sono solamente alcuni esempi,almeno i più riscontrabili. Ho l’impressione che tutto questo venga dato dalla volontà di impiantare l’atomo sul territorio, per cui alla lamentela che l’energia elettrica è insufficiente,nasce l’alternativa di migliorare la produzione con le famose e maledette centrali termonucleari,niente di nuovo all’orizonte, questo è quello che qualcuno vuole.Per fortuna non siamo tutti eguali e non pensiamo tutti allo stesso modo, per cui ritengo che la necessità attuale è quello di riproporre il referendum tanto osteggiato, alla fine si dovrà accettare quello che la gente vuole, che sia per l’abrogazione o per la costruzione del nucleare.

  2. Claudio 28 Luglio 2011

    Possibile essere cosi ignorani e stolti? Ma nessuno sa che a meno di 300km dai nostri confini ci sono oltre 50 centrali nucleari? Ma dove vivete?

  3. ste 28 Luglio 2011

    Vero, ma se dimezzi le centrali dimezzi anche il rischio, poi dipende da dove misuri, nella distanza media di 300km ci sono pochi o nessuna. Poi 300km non è male come distanza ma dipende dal vento sopratutto, vedi Fukushima.

  4. unoqualunque 28 Luglio 2011

    La questione nucleare è stata messa come era logico da parte della popolazione Italiana al bando, per cui qualsiasi commento sarebbe ancora più illogico, prenderlo in considerazione. Con questo non si vuole condannare o approvare la scelta, probabilmente c’è stato gioco forza la condizione ricreata per fortuna sfortuna in Giappone, per cui gli indecisi dell’ultimo momento hanno rivolto l’attenzione a quella che il genere umano ha di più caro “la vita”, ed ecco nata la miscela che ha innescato la scelta. Neanche davanti alla fame di energia elettrica che l’uomo ha, ci sono ragioni che condizionano le idee, la paura dell’ignoto ed è questo di cui si potrebbe parlare, sono le prerogative che non danno spazio o limitano le decisioni, gli esempi li abbiamo ancora sotto gli occhi, a distanza di decenni qualcosa di mostruoso è ancora attivo e non si conosce nessuna azione che possa limitarne il pericolo, tonnellate di calcestruzzo non bastano a creare un valido diaframma tra la superficie e il nucleo, tuttora le popolazioni locali risentono delle forti radiazioni che la centrale termonucleare di Chernobyl emette, mietendo a distanza di anni vittime, anche vittime che all’epoca non erano nate, ma che hanno nel loro genoma la deformazione creata appunto da quel mostro chiamato radiazioni. Altro esempio potrebbe essere Hiroshima e Nagasaki, più di mezzo secolo or sono qualche pazzo ha sperimentato in modo inconsapevole la forza dell’atomo sulla pelle delle persone, per ragioni dette allora, per risolvere l’andamento di una guerra, ed era solamente,secondo il mio avviso, un esperimento che doveva posizionare la forza emergente dell’epoca nel posto che si era designato, di potenza mondiale.E poca importanza aveva la vita di migliaia di persone. Ebbene sui territori delle due città Giapponesi, la vita umana ha ricominciato a fiorire in questi ultimi anni ma con qualche cautela. Quindi sig. Claudio, la inviterei ha prendere, per quello che posso permettermi, la possibilità di leggere e ricercare “fusione a freddo”, tra l’altro messa a punto e ci sarà sicuramente, ancora tanto da lavorare da una equipe di Bologna, forse non si concluderà mai niente,ma la ricerca in quel senso lavora e in modo egregio, sa sig. Claudio perché le dico questo?, tra le due possibilità eventuali preferisco la seconda per un motivo direi piuttosto semplice, le radiazioni che potrebbe emettere la fusione a freddo è nettamente inferiore di moltissimo, in secondo luogo la fusione si arresta in qualsiasi momento, “se vogliamo” con un semplice pulsante.Al contrario della fusione tradizionale in nocciolo, che una volta avviata la collisione tra atomi diventa inarrestabile, finché le barre o altri combustibili saranno attivi, cioè carichi. Cordialmente.

Commenti chiusi.

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