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Mese: Gennaio 2010

Accesso alla rete a tutti costi

Vorresti internet adsl?

Vorresti che anche quelli in campagna possono avere l’adsl?

Vorresti una punto di accesso per internet via radio sulla casa tua, a due metri del letto dei tuoi bambini? Quale sono le norme precise e sono sensate?

A proposito: faresti anche bene di togliere il cordless dalla casa e il telefonino dalle tasche dei pantaloni o della camicia.
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Le antenne in questione sembrano di essere della Toscocom e anche il contadino si connette con loro. Sa che il collegamento tra le antenne deve essere “a vista”, già un albero di mezzo disturba il segnale e un muro dovrebbe impedirlo proprio.

Se c’è un esperto di onde radio e elettrosmog in ascolto sono gradite chiarimenti.

L’uovo di colombo è l’utilizzo di ponti di piccola potenza attraverso i quali rivendiamo la “banda” comprata da altri operatori. Il nostro lavoro si basa sulla liberalizzazione delle frequenze a 2,4, ma soprattutto di quelle a 5 gigahertz, un provvedimento legislativo che dà la possibilità di attivare degli access-point in casa propria, ma anche, se si è registrati come Wisp (acronimo di WiFi Internet Service Provider), su aree molto più ampie tra cui il suolo pubblico. Noi installiamo queste piccole antenne di bassissima potenza (0,1 watt contro 1,2 di un comunissimo apparecchio cellulare) e rivendiamo il servizio attraverso contratti di vario tipo, il cui prezzo parte da meno di 30 euro al mese»

In linea di principio inoltre impone agli apparati radio Spread Spectrum, certificati ETS 300-328, di non trasmettere con una potenza elettrica effettiva superiore ai 50 mW (equivalente a 17 dBm); questo perché l’antenna a dipolo più semplice, che di solito li accompagna, ha generalmente un guadagno in trasmissione pari a circa 2.2 dBi, che fa si che la potenza E.I.R.P. trasmessa salga a circa 80 mW (per la precisione 19.2 dBm).

Per questo motivo su tutto il territorio dell’Unione Europea, ed anche in Italia, è assolutamente vietato utilizzare antenne che abbiano un guadagno in trasmissione elevato (in linea di massima diciamo superiore ai 3 dBi), tale da portare la potenza trasmessa E.I.R.P. oltre i 100 mW (equivalente a 20 dBm).

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Magari si chiama Land-Art in italiano

Il contadino sta nella “casa di Cucco”. Le case coloniche qui gli chiamano con il nome dell’ultimo vero contadino che ci ha vissuto a lungo: Casa di Bartali, casa del Daini, la casa del Viti.

Il Cucco di cognome era uno dei Ferri, coltivava verdura e frutta, bacelli, piselli, carciofi, albicocche e cose così, dicono che era il primo che li aveva pronte. Aveva un mulo e portava il raccolta al mercato di Empoli, che magari ci voleva tre ore, ma il prezzo era buono, non c’erano né serre né camion. Ognitanto quando tornava dal mercato portava il ferro dalla Stazione al fabbro del paese. Un suo figlio morì nella guerra. Ma il punto è che aveva anche un carro, con i cerchioni di ferro e le ruote d’acacia. Era piuttosto malandato, stava più di vent’anni fuori sotto i rovi, fino gli anni ottanta.

masso e cerchionemasso e cerchio

Ecco uno dei cerchi, ha trovato finalmente un nuovo scopo nella sua vita dopo tutti i chilometri fatti su strade sterrate.
(Goethe nel suo “Viaggio in Italia” racconta che avrebbe visto dei ragazzini seduti d’inverno in cerchio sulla piazza. Era dove un fabbro aveva stesa prima il carbone per allargare uno di questi cerchi prima di infilarlo sopra la struttura di legno)

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Le idee e la realtà

Oggi al contadino è capitato il Tirreno davanti gli occhi, e ha letto un articolo sugli Parchi Kyoto dal titolo “È già secco il parco di Kyoto” (non sapeva nemmeno che esistono):

«Il Comune – spiega Floriano Baldacci, assessore all’ambiente – non ha l’obbligo della manutenzione. Spetta alla forestale». Ed entra poi nel merito, analizzando la salute degli alberi. «Le piante sono giovani. E’ per questo motivo che sono basse e piccole e si scorge solo il legno che le sostiene. Qualcuna arriva a 60 centimetri ma la maggior parte si assesta sui 30. L’erba alta poi, in estate, serve a rinfrescarle».

Assurdo, l’erba alta che c’è d’estate ha bevuto tutto l’acqua, altro che rinfresca qualcosa, magari una butta una cicca e prendono pure fuoco. I contadini hanno zappato non per nulla per secoli la terra, specialmente con piantine giovanimesse a dimora.

Sembra una di quelle belle iniziative che vengono dall’alto e nel basso e concreto non c’è nessuno chi è responsabile e cura le povere piantine.

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Debiti per famiglie, soldi alle banche

Non c’è esempio migliore dei due mondi di pensiero come l’ultima trovata del governo: Indebitare già i neonati:

Tabella di marcia rispettata, quindi, per l’iniziativa, lanciata dal Governo, con il decreto anti-crisi 2008, e perfezionata con specifiche intese con l’Abi, che stanzia circa 85 milioni di euro, in 3 anni, per far affrontare ai genitori, spiega il sottosegretario con delega alle Politiche per la famiglia, Carlo Giovanardi, “con più serenità, le spese iniziali, che l’arrivo di un figlio comporta”.

L’accordo prevede che possano accedere al finanziamento (fino a 5mila euro, a tasso fisso), garantito dal Fondo al 50 per cento, chiunque eserciti la potestà genitoriale su bambini nati o adottati negli anni 2009, 2010 e 2011, senza limitazioni di reddito.

Cibo per le banche e ancora debiti per le famiglie che tra mutuo e altro ne hanno già troppe. E’ troppo difficile stanziare un “reddito” mensile per ogni neonato? Con gli stessi soldi si potrebbe dare €60 al mese ad ogni bambino nato per tre anni. Ma no: ulteriori indebitamenti per le famiglie e lo spacciano pure come serenità:

Cari genitori,
il Fondo di credito per i nuovi nati è un sostegno economico alla famiglia che sono orgoglioso di presentarvi a nome di tutto il Governo italiano.

Chi è diventato o diventerà mamma e papà durante il triennio 2009-2011 potrà richiedere un prestito, a tasso agevolato, di un massimo di 5.000 euro presso gli istituti di credito e gli intermediari finanziari che avranno aderito a questa iniziativa governativa ed il cui elenco è presente nella sezione “Banche aderenti” di questo sito.

Si tratta di un credito che dovrà essere restituito all’istituto bancario scelto, ma che darà comunque la possibilità di affrontare le spese iniziali, che l’arrivo di un figlio comporta, con più serenità.

Sull’altro lato delle idee c’è il “reddito di base“; il film che illustra l’idea è anche approdato su youtube in 10 puntate.

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Marte nel Cancro

saturno marte gennaio 2010

… e Saturno nella Vergine. Al contadino sembravano mesi che non ha visto più il cielo stellato con il tempo com’era. Ma Venerdì sera tornando a mezzanotte grazie alla tramontana ha visto qualcosa di rosso accanto il Leone (il cancro è quasi impossibile a vedere) e qualcosa di giallo all’orizzonte.

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Chi lo usa ancora?

Sempre secondo McAfee, Internet Explorer è “vulnerabile su tutte le versioni più recenti dei sistemi operativi Microsoft, compreso Windows 7“, ma gli attacchi condotti utilizzando la vulnerabilità di IE sono stati concentrati su IE versione 6. Sophos, però, include anche le versioni 7 e 8 fra quelle vulnerabili.

Microsoft ha poi confermato la falla in tutte le versioni di IE ed ha fornito alcune istruzioni per attenuare il rischio, osservando che si tratta comunque di attacchi mirati a persone in posizioni di elevata responsabilità, non a utenti comuni. Ma il governo tedesco, tramite la BSI (Bundesamt für Sicherheit in der Informationstechnik, l’ufficio federale per la sicurezza informatica), consiglia a tutti gli utenti della Rete di usare temporaneamente un browser alternativo a Internet Explorer, punto e basta. Anche perché la tecnica per sfruttare questa vulnerabilità di IE non è più segreta.

[via Attivissimo]

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Citazioni a proposito di Haiti

Haiti nasce col capitalismo, proprio nella sua fase più ruggente e globalizzata: il Commercio Triangolare. Prima Haiti era una costa tropicale, popolata da indigeni che l’economia globale del Seicento estinse rapidamente. Gli haitiani di oggi non sono un popolo autoctono: arrivarono sull’isola come merce, o se preferite forza lavoro a prezzi supervantaggiosi (un terzo moriva nel giro di pochi anni). Nel Settecento Haiti diventa una delle piantagioni meglio organizzate del mondo: un modello per le emergenti potenze coloniali. Poi gli schiavi si ribellano, è vero (ed è una storia appassionante, per chi è curioso); ma non cessano per un istante di essere inseriti nel mercato mondiale, e di creare profitto per le multinazionali dello zucchero e del caffè.

Non è capitalismo questo? Certo che lo è. E non è una versione sciatta o inefficiente del nostro: il capitalismo haitiano è lo stesso nostro capitalismo globale, visto da un’angolazione magari meno favorevole. “Noi occidentali”, scrive Porro, “abbiamo anche la consapevolezza di aver migliorato la nostra condizione, di aver costruito il nostro destino, di aver fatto un passo avanti”. Questo non lo nega nessuno. Il problema è accettare il fatto che questo passo lo abbiamo fatto calpestando qualcuno.

[tratto da Leonardo]

Dal 1957 al 1971 gli haitiani hanno vissuto sotto l’ombra oscura di “Papa Doc” Duvalier, un dittatore brutale che ha goduto del sostegno degli Stati Uniti, perché è stato considerato dagli americani come un affidabile anticomunista. Dopo la sua morte il figlio di Duvalier, Jean-Claude soprannominato “Baby Doc”, è diventato presidente a vita all’età di diciannove anni ed ha regnato su Haiti fino a quando non è stato rovesciato nel 1986. E’ stato nel corso degli anni ’70 ed ’80 che Baby Doc, il governo degli Stati Uniti e la comunità degli uomini d’affari hanno lavorato di concerto per mettere Haiti e la sua capitale sulla buona strada per diventare quello che erano il 12 gennaio 2010.

tratto da [ comedonchisciotte.org
]

Il rapporto che c’è fra ciò che, in un certo periodo,
avviene all’interno di gruppi di uomini e ciò che si
manifesta in un tempo successivo come processi di
natura.

Possiamo a volte osservare certi eventi naturali che ir-
rompono nella vita della Terra. Vediamo le devastanti eru-
zioni vulcaniche, osserviamo ciò che opera nelle inonda-
zioni o in eventi di natura simili.
Se li cogliamo solo come fenomeni naturali siamo da-
vanti a qualcosa che, dapprima, ci sembra incomprensibile
rispetto all’impressione generale che riceviamo dal mondo.
Vediamo degli eventi che irrompono nel mondo di fronte
ai quali l’uomo rinuncia ad una spiegazione e si rassegna di
fronte alla sventura.

La ricerca scientifico-spirituale permette di fare un ulte-
riore passo avanti perché ci mette a disposizione punti di vi-
sta significativi proprio in relazione a questi eventi naturali.
Guardiamo la superficie della Terra. Troviamo regioni
ricche di vulcani, altre soggette a terremoti di grande por-
tata, oppure a rischio di altri tipi di catastrofi. Se tenendo
conto di tutto questo cerchiamo di seguire le relazioni kar-
miche, così come nelle precedenti conferenze le abbiamo
considerate per alcune personalità storiche, ci si presenta
qualcosa di molto particolare.

Si tratta di un fatto impressionante: lassù, nel mondo
spirituale, nel periodo tra morte e nuova nascita, vivono
anime umane in gruppi determinati dal loro karma e che
lavorano secondo le loro precedenti relazioni karmiche per
predisporre quelle future. Vediamo tali gruppi umani, grup-
pi di anime umane che, nel loro discendere dallo stato pre-
terrestre in quello terreno, si dirigono verso luoghi in pros-
simità di vulcani o dove sono possibili scosse di terremoto,
proprio al fine di acquisire quel destino che, a partire dalle
catastrofi naturali, può compiersi per loro in quei luoghi.
Scopriamo nientemeno che nella vita tra la morte e la
nuova nascita, durante la quale l’uomo ha tutt’altro modo
di pensare e di sentire, le anime che si appartengono reci-
procamente vanno in cerca proprio di quei luoghi che per-
mettano loro di sperimentare il destino corrispondente.

Sì, ciò che qui, sulla Terra, trova scarso plauso nella no-
stra anima, come il pensiero: “Mi scelgo una grande disgra-
zia per perfezionarmi, perché altrimenti resto imperfetto
rispetto al mio karma passato”, un pensiero che qui sulla
Terra riscuote scarsa simpatia, là invece viene pensato. È
un pensiero che ci convince profondamente quando siamo
nella vita tra la morte e una nuova nascita.

Allora andiamo in cerca proprio di un’eruzione vulca-
nica, di un terremoto, per conseguire il nostro perfeziona-
mento mediante la sventura.
Noi dobbiamo fare nostri questi due diversi modi di giudi-
care: quello proprio del mondo spirituale e quello che vie-
ne dal mondo fisico.

tratto dalla conferenza (dal titolo CATASTROFI NATURALI –
L’agire della moralità umana sulla natura) di R. Steiner “Come gli Angeli plasmano il destino degli uomini” a Dornach/Svizzera, il 27 giugno 1924,

[E si coglie l’occasione di segnalare un Corso di antroposofia]

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La catastrofe quotidiana

Da qualche parte il contadino aveva letto che in Haiti già la vita normale sarebbe una catastrofe. Probabilmente questo vale non solo per l’Haiti ma nella stessa misura per tutti i paesi poveri su questa pianeta. Un terremoto è forza naturale mentre la catastrofe normale regolare quotidiana viene causata da una massa incredibile di denaro in cerca di investimenti redditizi.

Forse qualcuno si ricorda del film We feed the World. Lo stesso regista ha sfornato nel momento giusto “Let’s make Money” e ieri sera il contadino l’ha visto su DVD.

Messi insiemi in un documentario le idee del pensiero neoliberista (deregolazione dei mercati finanziari, libera circolazione dei beni, annullamento del potere dello stato attraverso abbassamento delle tasse) e gli effetti devastanti è un voltastomaco.

Nota al margine: Il nostro Antonio Martini, ex ministro della difesa, è stato tra i fondatori di Forza Italia – la sua tessera di partito porta il numero 2, dopo quella di Berlusconi – è dentro il club. L’idea alla base era: Non andare in politica, ma fornire delle idee per la politica.

Tra i 76 consiglieri economici di Reagan, 22 erano membri della Mont Pelerin Society.

Una delle scene più toste era quando il caporedattore economico della NZZ Gerhard Schwarz spiegava queste idee dicendo che tutto deve circolare liberamente ma attenzione le persone no:

“Qui dobbiamo pensare se devono forse pagare un prezzo di ingresso, come quando entri in un club devi pagare una quota d’ingresso perché usi la sua casa fatta dagli altri e tu non hai contributo niente.”

La casa del club nostro è rubata però, a partire dall’oro degli aztechi.

Si viene anche a sapere dell’esistenza del economic hit man, il sicario dell’economia:

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Ed ecco che abbiamo terre perse per sempre (cotone) in Africa, 3 milioni di case vuote in Spagna (rendevano il 20% l’anno, per un po’) e non per ultimo le arance amare.

E’ la prossima crisi finanziaria per certo. Come diceva il regista: “Se danno i soldi alle banche il gioco continuerà, solo con più soldi ancora. Devono dare i soldi alle persone che non potevano più pagare il mutuo.”

Cos’era successo sappiamo.

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Riesce Google dove falliscono i governi?

Veramente non hanno fallito, non hanno neanche tentato. Un paese senza i servizi di Google ritornerebbe nel terzo mondo in un istante?

We have decided we are no longer willing to continue censoring our results on Google.cn, and so over the next few weeks we will be discussing with the Chinese government the basis on which we could operate an unfiltered search engine within the law, if at all. We recognize that this may well mean having to shut down Google.cn, and potentially our offices in China.

[Mantellini]

EDIT: Sembra che alla base sarebbe un tentativo di crackare conti gmail di dissidenti.

Google ha annunciato che il sistema GMail in grado di offrire il servizio email gratuito a tutti i cittadini ha subito un attacco hacker da parte del governo cinese che voleva introdursi nel sistema per effettuare i controlli.

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Per conoscenza

Mentre le arance sono amare e i mandarini rimangono sullo stomaco dai magari anche una occhiata alla legna che ti circonda:

Il nostro Paese, con 19 milioni di tonnellate annue di legno e derivati (come confermato dal recente rapporto ISPRA) è principale importatore europeo di legname, e fortemente esposto alle importazioni di taglio illegale. Il coinvolgimento di imprese a capitale italiano nell’illegalità forestale, rilevato con costanza negli ultimi due anni dalle associazioni ambientaliste, sottolinea la responsabilità italiana nella deforestazione in Africa.

www.salvaleforeste.it/

Continua il taglio illegale delle foreste pluviali del Camerun. Tra i responsabili, anche due imprese italiane, il Gruppo SEFAC (Vasto Legno) e il Gruppo FIPCAM (Bruno spa), secondo quanto emerge da una tornata di ispezioni forestali effettuate tra il maggio e l’ottobre 2009.

Mentre il pacchetto europeo contro il legno illegale (FLEGT) esce azzoppato dall’ultima riunione del Consiglio dei Ministri Agricoltura della Commissione Europea, dal Camerun arrivano nuove evidenze sulla diffusione del taglio illegale.

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