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Da bosco a campi a bosco a Roma

inizio

Dunque: settimana scorso il contadino e il wwoofer hanno tagliato il bosco. Ma mica un bosco ceduo qualsiasi, era la metà di un bosco nuovo di zecca, con tutte piante mai tagliate nate sulla terra abbandonata anni sessanta.

pioppo con uva

Per chi ha l’occhio qui sopra si vede ancora il pioppo potato per fare da palo per le vite sul ciglione (qui il borniello – che sarebbe il frassino – lo chiamano pioppo mentre il pioppo lo chiamano albero, vai te a capire i contadini)

borniello o frassino potato

campo

E a pensare quanta fatica avranno messo centinai di anni fa per creare le terrazze e renderla arabile, togliendo le scerpe delle querce, lecci e carpini che adesso sono tornati vigorosi. Sotto un relitto agrario-archeologico: i resti di un sacco di concime, probabilmente (che i mezzadri non erano molto dietro a fare la raccolta differnziata: o buttare o bruciare):

balla di concime

Alla fine il bosco si presenta così, si toglie il disturbo e si ritorna tra altri venti-venticinque anni. Fatto anche quest’ultima (o prima) raccolta dell’anno. Poi c’era quel olivo semisecco che stava su un cuccuzzolo di tufo e non cresceva, non si potava mai e non si raccolse pure mai nulla, quindi il contadino lo sta trasformando in taglierini:

alla fine

Per concludere: visto che parte la primavera e che ci sarebbe da fare così tanto tipo legare la vigna, coltrare per l’erba medica, potare gli ulivi, fare l’orto e mille altre cose il contadino prende l’unica decisione possibile: andare via, andare magari a Roma là ci dovrebbe essere qualcosa che chiamano traffico che si muove lungo le strade e le case avrebbero molti piani. Domani va a vedere.

15 commenti

  1. Laura 24 Febbraio 2009

    Buona gita a Roma, io ci sono stata il mese scorso ed anche pochi giorni fa, mi è piaciuta molto. Girala di notte, dal Pincio alle vie del centro, merita davvero.
    Questa uscita ti darà più carica per affrontare i lavori di campagna.
    Buone cose.

  2. Joe 24 Febbraio 2009

    “Questa uscita ti darà più carica per affrontare i lavori di campagna.”
    Più che altro, lo farà tornare di corsa alla sua terra! 🙂

    Buon pellegrinaggio!

  3. Aspirante biodinamico 25 Febbraio 2009

    Scusa contadino ma tu vai a tagliare il bosco con il motocoltivatore? E il tuo cingolato dove sta?

    Buona gita e buon lavoro

  4. ste 25 Febbraio 2009

    Serve solo per portare via la legna (per ora quella cascata e secca che erano due rimorchi), ci arrivo quasi dappertutto.

  5. Aldo 7 Marzo 2009

    Banda a lutto per quei giovani alberi. Di alberi ce ne sono sempre troppo pochi, e ogni albero abbattuto è una tragedia.

  6. ste 7 Marzo 2009

    Non penso. Un paesaggio gestito da molto tempo dal uomo con un bosco abbandonato a se stessa: questa è una tragedia, non un bosco che si taglia ogni 25 anni e le piante ricrescono con nuovo vigore dalla loro radice.

  7. Aldo 8 Marzo 2009

    Tipico modo di ragionare antropocentrico, Ste. Che poi tu possa aver bisogno di abbattere alberi è comprensibile, ma non cercare di attribuire al gesto un valore che non ha.

    P.S. Per quanto tempo quel paesaggio non è stato gestito dall’uomo? Qualche centinaio di migliaia d’anni? Se facciamo un ragionamento basato su “diritti acquisiti” perdiamo in partenza.

  8. ste 9 Marzo 2009

    Io sono sicuro che l’ha, quel valore invece. Basta guardare il bosco accanto che sono 5-8 anni che dovrebbe essere tagliato: ha un atmosfera sinistra, e si sente.

    Ti può piacere o no, ma l’uomo ha il compito e la responsabilità di guidare la natura. Per terreni mai coltivati il discorso è un altro, ma per quelli modificati vale. Altro è solo romanticismo.

  9. Aldo 9 Marzo 2009

    Ste: “Per terreni mai coltivati il discorso è un altro […]”

    Comodo stratagemma, visto che di terreni mai coltivati qui da noi non ne rimangono praticamente più. In ogni caso, garantisco che un terreno “abbandonato”, ovvero un terreno al quale è stata restituita la sua “libertà”, ritrova l’equilibrio nel giro di qualche centinaio d’anni (il processo è abbondantemente descritto nei testi di scienze naturali). Certamente il risultato di quella naturalizzazione non sarà “a misura d’uomo”, per cui ammetto che da un punto di vista umano l’atmosfera potrebbe ben sembrare “sinistra”, ma stiamo parlando di una valutazione di parte, fortemente antropocentrica, e quindi priva di valore oggettivo. In altre parole, una palude è un pessimo ambiente per viverci? Un umano ti risponderebbe di sì senza esitazioni, ma prova a chiederlo ad un caimano…

  10. Geppetto 9 Marzo 2009

    Aldo: che lavoro fai?

  11. Geppetto 9 Marzo 2009

    Ah! sei il mio amico piemontese che fa l’insegnante, quindi con lavoro assicurato fino al prepensionamento.

    Perfetto! Cosa ne pensi se qualcuno, per esempio un contribuente tartassato invocasse la licenziabilita’ degli statali e la razionalizzazione del loro lavoro?
    Di motivazioni astratte e ben concrete se ne potrebbero trovare a iosa.
    Le tue argomentazioni implicano la minaccia di un mini-licenziamento per il contadino oltre alla insinuazione che non e’ in grado di sapere fare il suo lavoro. Oltre al licenziamento il tartassato dice anche che non sai fare bene il tuo lavoro con gli studenti.

    A me stanno distruggendo il bosco che amo da quando sono bambino, e quindi forse ti capisco. E poiche’ anche a me capita (spesso, purtroppo) di lasciarmi prendere dalla foga, pentendomi, ti ho scritto tutto cio’.

    Circa le proporzioni da te citate: fra 300 anni l’umanita’ ha sprecato lo sprecabile, forse s’e’ autodecimata, e la natura fa di nuovo il suo corso. Porta pazienza, che si aggiusta tutto.

    Ste: se gli alberi li tagli tu, penso che sia anche per il loro bene compatibilmente con le tue esigenze, che vengono prima di tutto. Sul tuo terreno fai quello che ti pare. Puoi anche bruciarli, se ti serve.

    Invece quando e’ in ballo lo stato (Assia nel mio caso) la meta’ del ricavato sparisce rubata al ciufolo del contribuente, legittimo proprietario del bene comune (il bene comune? ma in quale film, Geppetto? Gia! in quale film? Non in questo.)

  12. ste 9 Marzo 2009

    … visto che di terreni mai coltivati qui da noi non ne rimangono praticamente più. In ogni caso, garantisco che un terreno “abbandonato”, ovvero un terreno al quale è stata restituita la sua “libertà”, ritrova l’equilibrio nel giro di qualche centinaio d’anni (il processo abbondantemente descritto nei testi di scienze naturali)

    Ci sono, basta guardare la macchia e l’appenino. Sono consapevole che le scienze naturali non ne possono sapere nulla, ma il paesaggio prima dell’uomo era gestita da certe gerarchie angeliche. Si sono ritirati dalle parti che sono passati in gestione umana. Se l’uomo si ritira chi arriva a gestirle? Non necessariamente spiriti benigni, basta vedere terreni abbandonati. Un altra cosa è se vengono gestite come parchi naturali o altro, basta che non vengono abbandonati a se stessi.

  13. Aldo 10 Marzo 2009

    Ste, come preferisci.

    Geppetto, prima di essere così lapidario, richiama alla mente la frase nella quale ho scritto “che poi tu possa aver bisogno di abbattere alberi è comprensibile”. La mia valutazione era (ed è) una valutazione oggettiva su un fenomeno reale, non certo una valutazione sull’operato individuale di Ste.

    P.S. Scrivi anche (fuori tema): “[…] con lavoro assicurato fino al prepensionamento […]. Mi sa che ultimamente ti sei perso qualcosa… quella che citi era un’altra generazione, guarda caso quella di chi ha provocato il baby boom e tutto il suo po’ po’ di conseguenze nefaste.

  14. Geppetto 10 Marzo 2009

    Stavo pensando che nelle questioni citate vi e’ un denominatore comune: Le comunita’ non sanno organizzarsi ed agire economicamente ovvero con lungimiranza.

    Il singolo, in genere pianifica ed agisce per il futuro.
    Il singolo si preoccupa degli alberi, del bosco, dei debiti dello stato, dal reddito di cittadinanza, del proprio futuro e quello della propria famiglia.

    In comunita’ sembra invece che prevalga sistematicamente lo sputtanamento delle risorse: dalle guerre alla distruzione dell’ambiente, dalla sovrappopolazione ai tartassamenti dei contributenti, dall’ingiustizia al rimpinguamento di chi gia’ ha abbastanza, etc. etc.

  15. Harlock 10 Marzo 2009

    Ste: gli spiriti maligni esistono già 🙂

Commenti chiusi.

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